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Psoriasi: quale terapia nei bambini

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La psoriasi non è semplicemente una malattia della pelle, anche se le sue manifestazioni sono soprattutto a livello epidermico.  Si tratta di un disturbo di tipo cronico-recidivante perché, pur essendo sempre presente, è soggetta a periodi in cui le manifestazioni sono più visibili, alternati a periodi di remissione, ovvero quando la sintomatologia si manifesta in modo più lieve. Il disturbo ha una base genetica, infatti, può presentarsi all’interno della stessa famiglia, anche se non è detto che la si erediti sempre, la sua presenza affonda le radici nel sistema autoimmunitario.  Di fatto l’attività del sistema di difesa dell’organismo, reagisce contro le sue stesse strutture, in questo caso è contro l’epidermide.

Tutto parte dall’infiammazione

La psoriasi insorge di solito tra i quindici e trentacinque anni, ma può comparire anche nell’infanzia o in età più avanzata. Il disturbo è causato da una risposta infiammatoria esagerata alle interleuchine, proteine presenti in elevate quantità nei soggetti con psoriasi. L’infiammazione provoca la crescita di cellule epiteliali a un ritmo rapidissimo, con il risultato di rendere la pelle spessa e coperta di chiazze arrossate, dovute proprio alla continua formazione di nuove cellule. Le aree rossastre, e in rilievo, sono coperte da uno strato bianco-argenteo di cellule cutanee morte, responsabili del prurito e, a volte, dolorose. Le aree, localizzate soprattutto sul cuoio capelluto, ginocchia, gomiti e schiena, ma anche su viso, palmi delle mani e piante dei piedi, possono anche ulcerarsi e sanguinare.

La diagnosi della psoriasi

Per fare diagnosi di psoriasi è sufficiente l’osservazione delle lesioni sulla pelle. In caso di dubbio, si può effettuare un prelievo di tessuto seguito da esame istologico per escludere infezioni da funghi o batteri. Inoltre. è utilizzato il Pasi – Psoriasis Area and Severity Index –  un test per valutare la gravità del disturbo ed è usato anche per seguirne l’andamento durante la terapia. Il test prende in considerazione quattro aspetti: estensione delle lesioni, eritema, infiltrazione cutanea e desquamazione. Si considera un successo della terapia quando l’indice Pasi mostra una riduzione del 75% del disturbo.

Le possibili terapie della psoriasi

La classica terapia utilizza pomate a base di cortisone, farmaco efficace per potente effetto antinfiammatorio, ma potrebbe avere effetti collaterali, come quello, per esempio, di rendere la pelle più sottile e sensibile. Inoltre, sono utili il metotrexato e ciclosporina. Il metotrexato inibisce l’enzima deidrofolato-reduttasi, coinvolto nella produzione di nuove cellule. Di fatto il lavoro è quello di ridurre la sintesi del Dna rallentando la proliferazione delle cellule.  La ciclosporina, immunosoppressore, inibisce la produzione di interleuchina-2 e quindi riduce l’infiammazione alla base della produzione incontrollata di cellule. Queste molecole sono oggi utilizzate di meno rispetto al passato per gli effetti collaterali oltre alle frequenti recidive al termine della terapia.

I nuovi ritrovati biologici per la psoriasi

Quando i trattamenti tradizionali non ottengono una risposta, si passa all’impiego degli anticorpi monoclonali, farmaci ottenuti in laboratorio e diretti specificamente contro le interleuchine, i fattori scatenanti la reazione infiammatoria. Tra i primi anticorpi monoclonali approvati abbiamo il secukinumab, approvato nel trattamento di prima linea della psoriasi in placche moderata e severa. Secukinumab neutralizza selettivamente l’interleuchina-17°, mantenendosi efficace fino a tre anni. Recentemente è stato approvato lo ixekizumab, anticorpo monoclonale selettivo per l’interluchina 17A, inibendo l’interazione con il recettore dell’IL-17, riducendo l’infiammazione. L’Ixekizumab è stato approvato anche per artrite psoriasica Questa classe di farmaci sono somministrati solo per via iniettiva, solo una volta al mese o anche più raramente secondo il parere del medico. 

La detersione deve essere delicata

Particolare attenzione deve essere posta all’igiene della pelle, utilizzando esclusivamente prodotti emollienti e privi di sostante allergizzanti o sensibilizzanti: profumi, conservanti, agenti chimici. La crema alla vaselina applicata direttamente sull’area da trattare aiuta ad eliminare le squame. I bagni da sempre vengono usati per ridurre il prurito e il rossore, dovrebbero essere effettuati tutti i giorni con immersioni di almeno quindici minuti. Lo stesso vale per i bambini, ai quali va riservata molta attenzione perché non è sempre facile riconoscere la psoriasi: spesso, infatti, questa malattia viene scambiata per dermatite atopica ed è necessario l’intervento di un esperto.

Alimentazione e stile di vita per migliorare la psoriasi

Lo stile alimentare può influenzare l’andamento della malattia. È consigliabile la dieta mediterranea a base di verdura fresca e frutta di stagione. I cereali raffinati, sono sconsigliati, quini no ai prodotti con farine 00, raccomandata è la dieta a base di grano saraceno o con farine prodotte da grani antichi. La carne rossa va limitata così come il latte e i suoi derivati, soprattutto panna e burro. Può invece essere consumato il parmigiano stagionato almeno ventiquattro mesi, ammessi con moderazione, yogurt e ricotta, per procurarsi il calcio. Come condimento bene l’olio extra vergine di oliva. Gli zuccheri semplici non andrebbero consumati e per togliersi la voglia di dolce è concesso un po’ di cioccolato fondente. È necessario bere almeno due litri di acqua al giorno per mantenere la pelle idratata. Grande alleato nella lotta alla psoriasi è lo sport: privilegiare camminate quotidiane e sport acquatici. Attività da evitare sono tutte quelle che possono causare graffi o lesioni, i piccoli traumi si trasformano facilmente in placche squamose. Lo stress va decisamente limitato per la sua capacità di far aumentare il livello di infiammazione generale.

Lina Rossi

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