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I pediatri italiani raccontano come sono gli adolescenti moderni

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Ah, questi giovani d’oggi…! Nessuna frase più di questa stata ripetuta nelle epoche storiche per sottolineare la differenza tra il mondo degli adulti e quello dei ragazzini. Ebbene, questa differenza non è mai stata così distante quanto oggi. Rispetto alle generazioni passate i nostri adolescenti sono decisamente diversi. Pur con le normali diversità, i giovani di tutte le epoche si sono somigliati: hanno avuto un amico del cuore, quello con cui ci si confida. Hanno contestato i genitori ma hanno capito il valore del limite. I ragazzini di oggi, invece, sono davvero diversi. Sono complicati, difficili da capire. Sembrano circondati da tanti amici ma proprio per questo sono più soli. E per questo corrono più rischi.

I pediatri parlano degli adolescenti
Sono i pediatri a comporre il ritratto dei ragazzini di oggi, dei nostri figli adolescenti. Lo ha fatto la Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza e dall’Associazione Laboratorio Adolescenza, con l’indagine – Adolescenti e Socialità – realizzata nell’anno scolastico 2012-2013 su un campione nazionale rappresentativo di 2.000 studenti di terza media. Salta all’occhio subito la questione delle amicizie: l’85,5% degli adolescenti intervistati dichiara infatti di avere molti amici, mentre solo l’11,8% dei maschi e il 13,6% delle femmine dichiara di averne pochi. I ragazzini con tanti amici sono concentrati soprattutto al sud 87,6% e nelle isole 92,8%. Gli amici si incontrano soprattutto a scuola 95,5%, ma si fanno nuovi amici anche spesso praticando sport 70,9% o approfittando dei figli di amici dei genitori 57,1%. Di veramente diverso rispetto al passato è il fatto che oggi Internet rappresenta per un terzo dei ragazzi un canale per creare nuove amicizie che diventano poi reali .

Addio all’amico del cuore
Non esiste più il solo, fedele amico con il quale si condivide tutto: solo il 9% preferisce vedersi e frequentare un solo amico per volta. Quasi tutti gli altri preferiscono infatti ritrovarsi in gruppi, piccoli o grandi che siano. È proprio questo a creare più problemi ai ragazzi. Oltre la metà dei ragazzini coinvolti nell’indagine ha dichiarato di doversi adeguare anche spesso alle decisioni e alle scelte del gruppo. Un terzo prova disagio quando è con gli amici e il 52% fa confronti tra il proprio aspetto fisico specie le femmine 62% e quello degli altri: capita soprattutto alle ragazze. Frequentare un gruppo appare quindi, sotto certi aspetti, più tranquillizzante e meno a rischio di competizioni, ma si paga lo scotto in termini di autonomia individuale. Infatti nel piccolo gruppo di amici o con l’amico del cuore è possibile far valere le proprie idee, mentre nel grande branco la personalità viene schiacciata e sacrificata alla logica del numero. Tutto questo è pericoloso per la crescita psicologica di un ragazzino. L’adolescente, infatti, è un individuo in formazione, sballottato tra sentimenti di onnipotenza e grandi fragilità e insicurezze. La competitività eccessiva della società moderna, che si ritrova nel grande gruppo del branco, spinge verso la fragilità psicologica. Non a caso sono aumentate moltissimo le patologie legate ai disturbi della condotta alimentare, le sindromi depressive o addirittura i suicidi.

I ragazzi e i comportamenti a rischio
Il problema del branco è che spinge anche a comportamenti a rischio. Spesso infatti si ubbidisce a compiere qualcosa che non si vorrebbe solo per assecondare le volontà del gruppo: il 52,2% guida il motorino o la bici in modo spericolato; il 18% guida il motorino senza casco; il 75% non allaccia le cinture si sicurezza in auto; il 44% beve vino, il 47% beve birra, il 27% beve superalcolici, il 53% beve bevande a basso contenuto alcolico, il 20% fuma, il 6,5% ha avuto l’esperienza, singola o ripetuta, di una canna. Passando ai comportamenti sociali il 45% ha fatto a botte; il 49% ha provocato qualcuno; il 35% non ha pagato il biglietto sui mezzi pubblici; il 32% ha sporcato luoghi pubblici; il 20% ha fatto graffiti sui muri; il 19,8% ha rubato qualcosa in un negozio o grande magazzino; il 5% ha avuto rapporti sessuali non protetti. Il fatto preoccupante è che i ragazzi si rendono conto che questi sono comportamenti a rischio, ma non hanno la forza di opporsi, di dire no, come se affrontare il pericolo fosse una folle forma di iniziazione verso l’età adulta.

Internet, utile ma pericoloso
Parlando di rischi, non si può evitare di menzionare la rete. La maggior parte dei ragazzi usa lo smartphone rispetto al Pc: questo rende ancora più problematico il controllo da parte dei genitori, perché si è svincolata la possibilità di connettersi in rete dalla permanenza fisica davanti ad un computer. Tra gli adolescenti è sempre più diffusa l’abitudine di avviare una conoscenza in rete e trasferirla poi nella realtà: i genitori spesso non sanno nulla di questi contatti e, senza regole da parte dei grandi, i ragazzi perdono la percezione del possibile rischio che si può avere da questi incontri. I dati dell’Indagine evidenziano, per esempio, che per gli adolescenti dare l’amicizia su Facebook ad uno sconosciuto, scambiare il numero di telefono, inviare una propria foto o indicare la scuola che si frequenta e la città in cui si vive non è pericoloso. Per il 26% non è pericoloso neanche accettare un incontro, nemmeno da soli. Passando dalla teoria alla pratica, il 59% ha dichiarato di aver dato l’amicizia Facebook ad uno sconosciuto; il 22% di avergli detto la scuola che frequenta; il 29% di aver scambiato il numero di telefono; il 18% ed il 22% delle ragazze di aver inviato una propria foto; il 20% di aver accettato un incontro al quale è andato insieme ad amici e il 9% di aver accettato un incontro al quale è andato da solo. Secondo i pediatri, per sconosciuto non si intende necessariamente un adulto con intenzioni poco raccomandabili. La stragrande maggioranza dei contatti avviene normalmente tra coetanei, ma abbassare la guardia potrebbe comunque esporre ad insidie che non si possono mai escludere, nemmeno con ragazzini di poco più grandi.

Sahalima Giovannini

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