Non schiacciamo le pillole: sono stati dimostrati perdita di efficacia ed effetti inattesi

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Non schiacciamo le pillole: sono stati dimostrati perdita di efficacia ed effetti inattesi

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Troppe tendiniti tra gli infermieri impiegati nei reparti di geriatria di alcuni ospedali francesi. Ed i medici si sono insospettiti: da cosa derivava questo ripresentarsi del problema? Mistero svelato: i tendini della mano dei sanitari si infiammavano per lo sforzo ripetuto di schiacciare le compresse e le pillole destinate agli anziani degenti. Un gesto effettuato a fin di bene, certo, per aiutare le persone con difficoltà di deglutizione, ad assumere velocemente e in modo gradevole farmaci curativi. Il problema è che questo gesto antichissimo, che probabilmente ogni mamma ha compiuto per convincere il proprio bambino a prendere la medicina, potrebbe incidere sull’efficacia del principio attivo. Ridotto in frammenti, in polvere o, peggio ancora, mescolato allo zucchero o agli acidi del tè e degli agrumi, il rimedio farmacologico potrebbe addirittura essere soggetto a una diminuzione dell’efficacia.

Funzionano meno se frantumate
Di questo insospettabile problema ne parlerà a breve uno studio in pubblicazione in Francia su ‘Revue de Médecine Interne’, anticipato da Le Figaro. Proprio il grande numero di tendiniti ha suscitato un interesse che ha fatto prendere coscienza ai medici di quante volte sia messa in atto una pratica che non risponde a nessuna raccomandazione. Lo studio, diretto dal dottor Jean Doucet, geriatra dell’ospedale di Rouen, ha riscontrato in ben 23 unità di geriatria nel 2009 che un terzo delle medicine in pillole era stato ridotto in polvere prima di venire somministrato al paziente. Nel 42% dei casi, sul foglietto illustrativo si raccomandava di non polverizzare il farmaco in quanto la sua gastroresistenza ne veniva compromessa. Rilasciando così il principio attivo più velocemente rispetto agli altri farmaci, la secrezione acida dello stomaco ne compromette l’efficacia. Questo non era però l’unico errore: i medicinali di uno stesso malato vengono schiacciati insieme tre volte su quattro e nel 76% dei casi mescolati ad altri ingredienti: solitamente zucchero, ma anche miele o succo di frutta per facilitarne la somministrazione. In questo modo si corre un rischio elevatissimo di far interagire tra loro diversi farmaci che andrebbero invece somministrati separatamente. Inoltre, diversi farmaci misti ad altri principi attivi, possono subire una variazione di pH e di temperatura con rischi di effetti indesiderati.

Si può ricorrere a una forma diversa
I medici francesi attribuiscono questa abitudine a imperizia oltre che a superficialità da parte del personale sanitario incaricato della somministrazione dei farmaci. È vero, non sempre è facile far assumere a un anziano o a un malato una pastiglia, ma oggi esistono anche forme farmaceutiche diverse per lo stesso prodotto: gocce, sciroppi e supposte, che non richiedono di ricorrere al metodo, assolutamente poco scientifico, dello schiacciamento. Gli esperti attribuiscono parte della colpa anche ai medici, che di fatto prescrivono senza preoccuparsi troppo compresse e pastiglie a un anziano o a un malato psichico, senza domandarsi se sarà in grado di assumerle. Dopo i preoccupanti dati emersi dall’indagine, la farmacia dell’ospedale di Rouen ha messo a punto raccomandazioni precise sui medicinali che possono o non possono essere schiacciati fornendo a medici e infermieri indicazioni dettagliate sui comportamenti da evitare.

Come fare per i bambini?
Nel caso dei bambini, soggetti nei mesi invernali a febbre, i prodotti usati più spesso sono le gocce, le compresse e lo sciroppo da assumere per via orale e in supposte. Secondo gli esperti, infatti, la via di somministrazione migliore è per bocca, dal momento che l’assorbimento per via gastrica è il più veloce ed efficace. Il problema della somministrazione si pone soprattutto per le gocce e per le compresse: le prime possono essere piuttosto amare, mentre le seconde difficilmente riescono a essere inghiottite intere. Le gocce, adatte soprattutto a partire dai quattro – cinque anni, possono essere diluite in una piccola quantità di succo di frutta, oppure versate su una zolletta o su un cucchiaino di zucchero. Non esistono rischi di interazioni con queste sostanze. Dopo i sei anni, è possibile ricorrere alle compresse però, difficilmente un bambino è in grado di deglutirle. Per non correre alcun rischio è possibile ricorrere a una formulazione di più facile assunzione e sicuramente più gradevole: lo sciroppo. Dolce e gradevole, è ancora più appezzato dai bambini se viene somministrato ben freddo e con l’aiuto di un cucchiaino morbido e colorato. Lo sciroppo, una volta dosato potrebbe essere trasferito su un cucchiaino per non insospettire il piccolo.

Giorgia Andretti

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