A decidere il cambiamento è stata l’attuale Ministro della Pubblica Istruzione, ma solo lo scorso dicembre è stata rilasciata l’ordinanza ministeriale dando le istruzioni alle scuole su come procedere nella compilazione delle pagelle in consegna a fine gennaio. I voti andranno a stare in soffitta fino a quando un prossimo Ministro non deciderà di farli tornare nuovamente sulla scena. I giudizi, a parere di chi li ha voluti dovrebbero facilitare il percorso non solo di apprendimento ma anche di recupero per i ragazzini in difficoltà. In realtà, per gli insegnanti sarà un super lavoro, dovranno valutare a parole ogni singolo alunno e ben sappiamo quanto le parole alle volte possono essere dei macigni in grado di ferire ben oltre un voto numerico. Ed ancora, i giudizi sapranno davvero essere compresi dai bambini della scuola primaria? I ragazzini di questa fascia di età non hanno ancora ben dimestichezza con le parole, simboli astratti, di non immediata comprensione.
Fanno eccezione a queste quattro valutazioni gli alunni con disabilità certificata, in questo caso le valutazioni devono seguire gli obiettivi dei singoli ragazzini a cui è riservato un Piano Educativo Individualizzato – PEI. Lo stesso vale per i disturbi Disturbi specifici dell’apprendimento,- DSA, continueranno a seguire il Piano didattico personalizzato.
Con molta probabilità qualche politico all’improvviso diventato esperto in pedagogia che ha ritenuto i voti non adeguati ha pensato bene di reintrodurre i giudizi al posto dei numeri. Ma siamo proprio sicuri che un voto numerico scadente faccia più male di un giudizio meno che mediocre? Che si tratti di un voto o di un giudizio, sempre di dare un’etichetta a un ragazzino o ragazzina si tratta. Perché quindi ogni inquilino che arriva al ministero deve cambiare le regole? Perché non mettere in agenda ciò che dovrebbe essere realmente modificato, ovvero, il tipo di didattica, questa dovrebbe essere più congeniale alle varie fasi dello sviluppo cognitivo nel corso dei cinque anni della scuola primaria. Questo è il periodo in cui si stabiliscono le regole necessarie alla comprensione non solo della risoluzione dei problemi, ma anche a stabilire e concretizzare le associazioni nei rapporti causa-effetto. È dall’acquisizione di queste regole che prende l’avvio quella conoscenza che accompagnerà il bambino nel corso della vita. Ai ragazzini devono essere offerte delle reali opportunità di conoscenza, quindi il giudizio o voto, in questo senso è davvero poco rilevante.
Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Responsabile Scientifico Guidagenitori.it