I ragazzi vanno incentivati a fare un buon lavoro

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I ragazzi vanno incentivati a fare un buon lavoro

supportare i bambini nello studio
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Come abbiamo spiegato anche noi di Guidagenitori.it qualche settimana fa, la didattica a distanza è stata utile, ha permesso di non perdere due anni con le chiusure del Covid-19. Questa modalità, però, ha lasciato diverse lacune: da casa non è facile concentrarsi come a scuola, si perdono spiegazioni e l’attenzione spesso vaga altrove. Si spera che quest’anno, con la vaccinazione a tappeto, le lezioni possano riprendere con regolarità, purtroppo, i bambini e i ragazzi hanno una preparazione mediamente inferiore a quella dei coetanei di qualche anno fa. Entra allora in gioco l’aiuto delle famiglie, indispensabile non solo per motivarli ma anche per colmare qualche lacuna.

Gli errori da non commettere

I nostri bambini e la distrazione: la colpa non è certo loro, anche noi, nella nostra infanzia, spesso e volentieri in classe lasciavamo vagare il pensiero altrove, quindi saremmo nella loro stessa situazione se qualcosa di mondiale fosse accaduto. Mettiamo allora al bando le espressioni del tipo: adesso basta divertimenti, lo studio è una cosa seria e così via. Si ottiene solo il risultato di rendere i bambini insofferenti, come se la scuola fosse una punizione e quindi smorzare il normale entusiasmo che si ha all’inizio dell’anno scolastico.  Proviamo invece a celebrare l’inizio della scuola con un piccolo regalo, magari proprio un libro semiserio sulle esperienze di un bambino che inizia la scuola, oppure qualche classico, qualche idea l’avevamo già segnalata qualche settimana fa.  L’inizio della scuola deve essere vissuto come un emozionante traguardo da raggiungere, un ambito in cui crescere, imparare e far vedere quanto si vale.

Essere disponibili senza eccessi

I bambini potrebbero anche avere necessità di un piccolo sostegno a casa, nello svolgimento degli esercizi di matematica, nei temi o anche semplicemente nelle prime parole da completare o nella coloritura dei disegni. Noi genitori lo abbiamo già fatto ai nostri tempi, ci siamo passati quindi possiamo aiutarli. Il punto è proprio questo: aiutarli, non svolgere i compiti al posto loro. In primo luogo, non è educativo: è proprio dai primi anni di scuola che si apprendono il senso di responsabilità e la necessità di portare a termine le mansioni assegnate. In seconda battuta, se un adulto svolge i compiti al posto loro, non impareranno nulla: forse prenderanno un bel voto, ma se dovranno poi svolgere lo stesso esercizio o verifica in classe non sapranno farlo e l’insegnante si insospettirà. Permettiamo quindi che siano i nostri figli a portare a termine il lavoro, fornendo qualche consiglio, revisionando alla fine. Se hanno commesso qualche errore, è bene spiegare loro dove hanno sbagliato, ma lasciando che siano loro a cercare cosa e come deve essere corretto, si potranno solo portare degli esempi simili in modo che realmente comprendano  l’errore.

Altri modi per sostenere i bambini

L’apprendimento, inoltre, non è solo quello sui libri di scuola. Imparare significa anche aprire la mente a quello che ci circonda, apprezzare l’arte, la musica, la natura. È quindi importante che nei momenti liberi, la sera o nel fine settimana, proponiamo ai bambini alternative intelligenti allo smartphone o alla televisione. Una passeggiata nel centro storico della città, documentandoci sulle chiese e monumenti e traducendo le notizie in modo comprensibile e magari arricchendole di aneddoti storici su nobili, vescovi, artisti, sarà per il bambino una importante fonte di interesse. ovviamente è necessario il rispetto delle regole anti-Covid.   Nel fine settimana, una gita fuori porta sarà un’occasione per mostrare ai bambini la vegetazione di fine estate, le forme delle foglie, i primi funghi da fotografare senza toccarli, i piccoli animali. Oltre a divertirsi, sarà un modo per aprire la mente, anche a scuola.

Lina Rossi

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