Per costruire il vocabolario dei bambini è necessario parlare con loro

E con l’ora solare è tornato il buio, approfittiamone per dormire di più
28 Ottobre 2013
Salute pediatrica, sempre più mamme cercano informazioni sul web
30 Ottobre 2013

Per costruire il vocabolario dei bambini è necessario parlare con loro

Condividi sui social

Esiste un modo semplicissimo per arricchire il vocabolario dei bambini: parlare, parlare, parlare e costruire un dialogo continuo alla loro portata. Lasciarli ore davanti a qualche tipo di monitor non ha il medesimo effetto: non solo può danneggiare la vista e predisporre al sovrappeso, ma non stimola adeguatamente la zona del cervello dei bambini deputata alla costruzione del linguaggio attivo. Al contrario, dialogare con i bambini già nelle prime fasi dell’apprendimento del linguaggio li aiuta ad avere un vocabolario appropriato e comprendere più velocemente il significato delle parole. Lo afferma uno studio della Stanford University pubblicato dalla rivista Psychological Science.

Più bravo a scuola se gli si parla molto
I ricercatori hanno arruolato 29 bimbi di 19 mesi di origine latinoamericana, dotandoli di un dispositivo che registrasse le parole che venivano loro rivolte dai genitori nel corso della giornata. Riascoltando le registrazioni è emerso che ad alcuni bimbi venivano rivolte direttamente anche 12mila parole al giorno. Altri ne sentivano appena 670, quasi tutte non rivolte a loro ma ‘captate’ dalla tv o da dialoghi tra adulti. Dopo alcuni mesi i bambini sono stati sottoposti a test, dai quali è emerso che i piccoli ai quali i genitori avevano parlato di più mostravano competenze linguistiche maggiori, un vocabolario più ricco e una maggiore velocità nell’elaborare le parole. Alle medesime conclusioni sono giunti due altri esperti americani, Todd Risley e Betty Hart, autori di uno studio sulle differenze del linguaggio di tutti i giorni nei bambini. I due ricercatori hanno “studiato” 42 famiglie di diversa estrazione sociale e culturale, giungendo alla conclusione che il quoziente intellettivo dei bambini e le loro abilità linguistiche sono collegati al modo con cui i genitori dialogano con loro. E anche i successi scolatici sono correlati al numero di parole che i bambini ascoltano e ripetono nei primi anni di vita.

Anche la qualità ha la sua importanza
Il periodo più importante per l’acquisizione linguistica è il primo anno di vita, ma alla formazione delle competenze linguistiche non contribuisce solo il numero di parole, ma anche la qualità e la modalità dell’interazione, che i ricercatori hanno suddiviso in due categorie. Una – semplice e diretta – è stata definita linguaggio pratico, formato da frasi come – è ora della nanna o finisci la pappa – e ha solo un effetto limitato sullo sviluppo cognitivo. L’altra è il dialogo che si sviluppa in modo maturo e articolato, simile a una conversazione che si svolge tra adulti: quando il bambino viene sottoposto a questo tipo di interazione, l’impatto sullo sviluppo cognitivo è notevole. Sembra che il bambino sia maggiormente coinvolto e presti maggiore attenzione se le frasi che gli sono rivolte sono articolate, e iniziano con espressioni come – che ne diresti? O ti piacerebbe? – e così via perché sono sufficienti queste espressioni ad attivare le sinapsi, ossia le vie di collegamento tra le cellule nervose.

Toni ed espressioni adatti a loro
Oltre alla parole, però, è importante anche il tono e le espressioni del volto che il bambino percepisce quando si parla con lui. Con questo non significa che si debba parlare in bambinese, quel linguaggio infantile e volutamente storpiato che spesso si pensa i bambini comprendano meglio: non è così: essi parlano in bambinese perché stanno ancora esercitando l’apparato fonatorio, ma comprendono perfettamente il linguaggio degli adulti ed è quindi opportuno parlare loro correttamente. Frasi brevi, pause più lunghe, termini complessi ripetuti se necessario, espressioni del volto ad hoc costituiscono il cosiddetto – baby talk ossia il tipo di linguaggio composto non solo di suoni che è più in grado di catturare l’attenzione dei bambini, che amano le ripetizioni, le rassicurazioni anche visive e l’alternanza di toni della voce che regalano un significato in più a ogni parola: così loro la memorizzano più facilmente e il loro linguaggio si arricchisce sempre più.

Giorgia Andretti

Registrati o Accedi

Lascia un commento