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Ecco come capire se un reparto di ostetricia o un pediatra sono favorevoli all’allattamento al seno

Da una ricerca da me effettuata e pubblicata sulla rivista pediatrica “Medico e Bambino” nel 1998 è emerso che la stragrande maggioranza dei punti nascita della città di Roma adottavano pratiche di assistenza neonatali poco favorevoli all’inizio di un allattamento al seno esclusivo. Qualcosa è migliorato in questi quattro anni, ma nessun ospedale, pubblico o privato, convenzionato e non, è stato designato dello status di Ospedale Amico del Bambino (BFH). Quindi molta strada deve essere ancora percorsa in questa direzione non solo a Roma ma in tutto il nostro Paese.

Come valutare una struttura ospedaliera
Comunque una futura madre può in qualche modo scegliere o cercare di esprimere, garbatamente ma fermamente, le sue preferenze in fatto di alloggiamento del bambino e sua alimentazione. In alcuni centri esiste un settore di “rooming-in”; in altri c’è il “rooming –in” diurno, e ci si può mettere d’accordo col personale per farsi portare il bambino la notte in caso di richiesta. In alcuni centri privati viene richiesto (del tutto arbitrariamente) alla madre di firmare un foglio per tenere il bambino accanto a sé la notte: fatelo. Se il parto è stato normale, e vedete che non siete molto seguite come “coppia-allattante” ma avete la possibilità di essere seguite a casa da un’ostetrica di fiducia, firmate e uscite. Sarà opportuno che un pediatra visiti il bebè entro una settimana di vita. Se siete di familiarità allergica, richiedete che il neonato non riceva latte artificiale né di tipo standard né di tipo “H.A.”. Non ci sono garanzie sufficienti che quest’ultimo sia veramente ipo-allergenico.
Comunque sappiate che un punto nascita non è veramente favorevole all’allattamento al seno se:

  • Non vi fanno attaccare il bambino subito al seno
  • Se il bambino viene separato dalla madre per visita o prelievi per più di un’ora
  • Se gli danno il succhiotto
  • Se gli danno aggiuntine
  • Se fanno la doppia pesata
  • Se vi danno topici per il seno
  • Se vi dicono che non avete latte
  • Se vi dicono che dovete riposare la notte
  • Se nel foglio di dimissione viene prescritto un latte artificiale con marca e quantità.

    Come valutare un pediatra
    Tutti i pediatri dicono di essere favorevoli all’allattamento al seno. Molti lo sono solo se tutto va bene. Non appena qualcosa nell’allattamento al seno o nella vita personale o intrafamiliare non va per il verso giusto – e Dio solo sa se la vita può scorrere perfetta ogni giorno- l’ultimo arrivato viene penalizzato con la somministrazione del surrogato del latte e del rapporto materni.
    Un pediatra non è favorevole all’allattamento al seno se:

  • Nel suo studio ci sono campioni di latte artificiale o opuscoli sull’allattamento artificiale. La loro presenza predispone all’uso. Il latte artificiale viene idealizzato dalle società produttrici, quando non vengano fornite addirittura informazioni scientificamente false.

  • Vi dice che latte materno e artificiale sono praticamente la stessa cosa oggigiorno. E’ vero che oggi esistono latti artificiali migliori di dieci anni fa, e venti anni fa erano migliori di dieci anni prima e così via, ma non esiste latte artificiale che contenga neanche una parte di tutti i costituenti del latte umano. Se in passato purtroppo non siete state in grado di allattare, questo evento non puo’ essere assolutamente banalizzato nascondendolo dietro la presunta equivalenza del latte artificiale: un bambino non deve essere allattato per crescere felice e sano, ma l’allattamento al seno certamente serve.

  • Vi dice di smettere di allattare perché voi o il piccolo siete malati, o perché dovete prendere delle medicine forti. Ci sono rare occasioni in cui malattie materne impediscono di allattare, di solito temporaneamente. Nella maggior parte dei casi l’allattamento può continuare perché la madre, insieme ai germi trasferisce nel latte anche gli anticorpi. Se è ammalato il bebè, a maggior motivo trarrà vantaggio dal latte materno. Se non ha la forza di succhiare, gli si darà il latte materno spremuto tramite bicchierino. Se la mamma deve prendere delle medicine, esistono manuali di consultazione che dicono al medico quali farmaci (pochissimi) vanno evitati. Solitamente esistono dei farmaci alternativi e collaudati.

  • Vi dice di smettere di allattare al seno dopo 6 mesi (o 9 o 12) perché il latte perde di valore nutrizionale. E di passare al latte artificiale o di latteria: perchè l’imitazione dovrebbe essere migliore dell’originale? Perché il latte destinato ai vitelli dovrebbe essere migliore di quello progettato dalla natura per il cucciolo dell’uomo? La maggior parte dell’umanità è allattata al seno per i primi 2-3 anni di vita.

     

    Dott.ssa M. Ersilia Armeni
    Pediatra, neonatologo, Consulente Professionale in Allattamento Materno IBCLC

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