Miglior sviluppo immunitario e intellettivo: ecco perché il latte materno è tanto importante per la sua crescita
Prima di descrivere i vantaggi conferiti dal latte materno, è utile spiegare come il latte umano protegga così tanto la salute dei piccoli. La maggior parte delle informazioni fino a pochi anni fa proveniva dalla fisiologia dei mammiferi e delle mucche in particolare, ma adesso si sa che esistono delle grosse differenze fra noi e quegli animali.
Il sistema immunitario del lattante
L’allattamento al seno ha profondi effetti sullo sviluppo del sistema immunitario dei bambini, che impiega diversi anni a maturare. Dal punto di vista evoluzionistico il ritardato sviluppo del sistema immunitario dell’uomo permette ai suoi piccoli di utilizzare i nutrienti e l’energia per la crescita, piuttosto che per il mantenimento di un sistema immunitario già sviluppato. Durante le fasi precoci dello sviluppo, al latte materno compete fornire quella essenziale protezione immunitaria, che viene ovviamente a mancare nei bambini allattati artificialmente. Parliamo delle ben note IgA, proteine anticorpali per eccellenza, ma anche del lisozima, della lattoferrina, degli acidi nucleici, degli oligosaccaridi, degli acidi grassi. Tutti questi elementi, oltre ad avere funzione alimentare, svolgono attività battericida, fungicida e antivirale.
Ci sono poi nel latte di mamma fattori di protezione che aiutano il sistema immunitario: il fattore di crescita EGF agisce “cementando” l’un l’altra le cellule della mucosa intestinale, rendendola meno permeabile ad agenti tossici e infettivi; certe sostanze – dette citochine – hanno attività anti-infiammatoria o stimolano la produzione di altri agenti di difesa ancora. La loro concentrazione è molto più alta nel colostro, il latte prodotto nelle prime due settimane circa, ma comunque rilevante nel latte maturo per tutta la durata dell’allattamento, dovesse essere di anni. Ci sono ormoni, ci sono cellule uguali ai globuli bianchi del sangue, ci sono enzimi e vitamine. Questi fattori agiscono senza essere disturbati dall’acidità dello stomaco o dai succhi biliari (!), lavorano l’uno rinforzando l’altro e senza causare reazione infiammatoria. Sono prodotti da quella particolare madre giorno per giorno secondo le esigenze di quel particolare lattante. In pratica è come se la natura ci confezionasse un abito d’alta moda, tagliato sulle nostre misure e nel tessuto più raffinato.
Le raccomandazioni degli esperti
Ne deriva che il rapporto fra allattamento al seno e infezioni è influenzato non solo dal fatto se il bambino sia allattato o meno, ma come e quanto sia allattato. Le agenzie internazionali di salute, come l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Unicef, come pure numerose associazioni mediche, raccomandano di allattare in modo esclusivo, cioè senza aggiunte di soluzione glucosata, tisane, latti artificiali o animali, né cibi solidi, i bambini sani e nati a termine dal primo giorno fino ai sei mesi circa di vita. Ciò a significare che anche piccole quantità di altri liquidi o alimenti interferiscono con il latte materno, alterandone gli effetti nutrizionali o immunitari. Occasionalmente si può verificare anche una reazione allergica al latte vaccino, causata da assaggi di latte della centrale o latte artificiale. Va pur detto che un allattamento “misto” conferisce vantaggi inferiori al bambino e alla madre, ma comunque superiori al puro allattamento artificiale.
I vantaggi per la salute
Evidenze epidemiologiche dagli anni Novanta in poi hanno dimostrato che il bambino non allattato al seno, anche in Paesi industrializzati, va incontro più frequentemente o facilmente a:
I vantaggi per lo sviluppo intellettivo
Per quanto riguarda l’intelligenza, sono impressionanti le conclusioni cui è giunta una ricerca pubblicata sulla rivista medica JAMA nel maggio di quest’anno. E’ risultato che l’intelligenza , misurata in oltre tremila soggetti adulti seguiti dalla nascita con i test del QI (Quoziente d’Intelligenza), si è rivelata più alta nei soggetti che erano stati allattati più a lungo, e con una differenza netta di 5 punti – niente affatto disprezzabili- fra coloro allattati meno di un mese rispetto a quelli allattati per 9 mesi. Una possibile spiegazione risiede nella presenza nel latte materno di giuste proporzioni di acidi grassi poliinsaturi a catena lunga, specialmente di DHA detto anche omega3, che entra a far parte delle membrane cellulari del cervello e della retina, e probabilmente nella trasmissione dei segnali tra, e all’interno delle singole cellule nervose. L’aggiunta infatti di questi grassi speciali ai latti artificiali per prematuri, sembrava conferire anche a questi bambini più delicati un miglioramento dell’intelligenza e dell’acuità visiva (sebbene a scapito del peso!). Ebbene una ricerca pubblicata da Pediatrics nel luglio 2002 ha messo in evidenza che i prematuri alimentati con latte materno risultano più avanti nello sviluppo psico-motorio infantile, dei prematuri alimentati con latte artificiale arricchito con questi grassi speciali. Non solo, ma anche più lunghi e robusti. Il latte materno si attesta così come alimento preferenziale anche per categorie particolari di neonati come i prematuri veri e i piccoli di peso nati a termine.
Dott.ssa M. Ersilia Armeni
Pediatra, neonatologo, Consulente Professionale in Allattamento Materno IBCLC