La storia di Natale perché il 25 per cattolici e 6 gennaio per ortodossi

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La storia di Natale perché il 25 per cattolici e 6 gennaio per ortodossi

storia di natale
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Per i cristiani di tutto il mondo 25 dicembre equivale al Natale, la nascita di Gesù. Ma davvero il figlio di Dio è nato in quel giorno? In altri paesi infatti il Natale si festeggia più avanti, come succede nei paesi ortodossi dove si attende fino al 6 di gennaio. Cerchiamo di capire da dove deriva questa differenza e come sono nate queste tradizioni.

 

In occidente, buon Natale si dice il 25 dicembre

In realtà non si sa esattamente quando sia nato Gesù, perché i Vangeli non contengono riferimenti storici precisi. Si legge soltanto che Gesù nacque durante il regno di Erode il grande, però fu sul trono per molti anni. Il 25 dicembre è, in realtà, la derivazione di una data pagana. Secondo il calendario romano, era il giorno che coincideva con il solstizio di inverno, quando le giornate ricominciavano ad allungarsi. Era quindi la festa del ritorno della luce dopo i mesi di buio e quel giorno era dedicato, in particolare, al Sole Invitto, una divinità che simboleggiava la vittoria della luce sul buio. Il Sole Invitto, di origine orientale, era spesso identificato con Mitra, secondo la tradizione era nato povero in una grotta. È quindi possibile che, nel corso dei secoli, sacro e profano si siano uniti nella tradizione popolare e siano stati poi canonizzati nella fede.

 

Il 6 gennaio è Natale a Mosca

Nella chiesa ortodossa, diffusa nei paesi cristiani a oriente, il Natale si festeggia il 6 gennaio, anzi più esattamente la notte tra i 6 e il 7 gennaio, in coincidenza con la nostra Epifania. Questa tradizione è nata perché i paesi ortodossi seguono ancora il calendario giuliano, istituto da Giulio Cesare, mentre in occidente si segue il gregoriano: i mesi sono quindi leggermente sfasati e la nascita di Gesù coincide con l’arrivo dei Magi nella capanna di Betlemme, al seguito della stella. Infatti la vera festa del Natale inizia con la comparsa in cielo della prima stella: dopo la messa solenne, le famiglie mangiano cibi tipici, come il pane socivo, il miele per simboleggiare la dolcezza della vita e l’aglio che invece indica l’amarezza e le difficoltà. Sono banditi il vino e gli alcolici in genere. Si preparano gli alberi di Natale e tra i bambini è molto sentita la tradizione di Nonno Gelo, un simpatico vecchio che somiglia molto al nostro Babbo Natale. Nonno Gelo è vestito di blu, di rosso oppure di bianco, viaggia su una slitta e porta regali ai bambini buoni. Le tradizioni, insomma, sono più simili di quello che sembra. E sono sempre affascinanti.

 

Sahalima Giovannini

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