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Allattare dopo il cesareo

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Oggi non è più un problema: l’uso combinato di anestetico e analgesico riducono le conseguenze

Sono molteplici i fattori che possono portare l’equipe ostetrica che segue il travaglio ad optare per un parto cesareo. Il taglio cesareo, tecnica ormai piuttosto diffusa (in Italia sono circa il 37% i parti che vengono effettuati con questa modalità, percentuale che sale nelle case di cura private) rappresenta pur sempre una vera e propria operazione chirurgica che coinvolge i muscoli addominali e l’utero della donna, comportando nella puerpera dolore e necessari tempi di recupero. In caso di parto cesareo programmato converrebbe chiedere l’anestesia epidurale (o peridurale) o l’anestesia spinale, affinché la mente della neomamma possa essere lucida al momento della nascita del figlio.

L’importanza del primo contatto con la mamma
Un bambino nato da parto cesareo, anche se non ha avuto accesso alle tappe fisiologiche del parto naturale, a livello comportamentale ha le stesse caratteristiche degli altri bambini nati senza l’utilizzo di farmaci anestetici. Solitamente all’anestetico si abbina un analgesico e quello più diffuso per effettuare l’operazione del taglio cesareo (per un’anestesia peridurale o spinale) si chiama “Fentanyl”; questo è un farmaco, appartenente alla categoria degli oppioidi sintetici che ha l’effetto di ridurre il dosaggio degli anestetici e i loro conseguenti effetti collaterali. L’anestesista in sala operatoria, saprà dosare il farmaco alla partoriente in base alle caratteristiche fisiche ed ai dati clinici. In rari casi si potrà riscontrare, nel bambino appena nato, una sorta di disorientamento che lo porterà, tra le altre cose, ad avere una leggera difficoltà anche ad attaccarsi al seno della mamma, atteggiamento istintivo in un bambino appena nato. In tal caso sarà utile prendere in considerazione, da parte di medici e ostetriche, di procurare un contatto precoce tra mamma e bambino (sempre che sussistano le condizioni). Questo incontro epidermico, se così può definirsi, oltre ad avere una fortissima valenza psicologica per entrambi, permetterà al bambino di transitare dolcemente nel traumatico passaggio dal ventre materno al mondo esterno e di reagire dunque più adeguatamente agli stimoli sensoriali compreso l’odore e il calore emanati dal seno materno.

Ridotta l’interazione dei farmaci con il latte
La concentrazione dei farmaci nel latte materno è trascurabile pertanto non abbiamo ragione di pensare che il neonato ne riceva quantità clinicamente rilevanti. Su di un eventuale alterazione del sapore del latte non ci sono dati precisi, mentre la sua produzione e la qualità dei suoi nutrienti non sono intaccate. In genere, quando avviene la montata lattea nella donna, non si riscontrano differenze di comportamento tra un bambino nato da cesareo ed uno nato fisiologicamente riguardo alla capacità di suzione. Insomma se il bambino si attacca volentieri al seno della mamma (in molti casi ci vuole un po’ perché il bambino si abitui) questo basta come segnale positivo. Gli anestetici non interagiscono neanche nella produzione del latte. Quello che esiste realmente, come già spiegato, è che i farmaci iniettati con l’epidurale possono arrivano anche al feto esercitando su di esso, in alcuni casi, effetti sedativi: può accadere che il neonato si riveli meno efficace e competente nel raggiungere, attaccarsi e poi succhiare al seno. E’ pertanto necessario che la mamma sottoposta a cesareo e il suo piccolo ricevano aiuto competente da parte del personale in misura maggiore rispetto alla mamma che ha partorito naturalmente,. Se questo viene garantito, non si osserverà alcun ritardo nella montata lattea e nell’attaccamento del bambino al seno.

I tempi di recupero e la posizione per l’allattamento
I tempi di recupero dopo tutte le emozioni ma anche le sofferenze di un parto cesareo variano da donna a donna. Tenendo vicino il bambino, con l’aiuto appropriato, la mamma verrà facilitata ad allattare al seno. In genere il primo giorno, ancora in ospedale, la mamma che è sdraiata deve essere aiutata a girarsi in posizione laterale in modo che il piccolo stia comodamente appoggiato al materasso e mantenga un contatto totale con la mamma senza che essa ne senta il peso. Il contatto fisico, specie se ‘pelle a pelle’ con il piccolo, produce nella mamma una base ormonale che le permette di recuperare serenità e positività. Una volta a casa, la mamma e il papà “allattanti”, continueranno a godere di questo vantaggioso stato psicologico guidato dagli ormoni dell’allattamento. Nei primi tempi le poppate saranno molte durante l’arco della giornata e per evitare che il peso del neonato possa provocare dolore nella zona della ferita, c’è chi trova comodo continuare ad allattare sdraiata. Altre mamme distanziano il corpo del neonato dall’addome con un cuscinetto, ma in pochi giorni l’indolenzimento dovuto al taglio svanirà

 

Maria Germana Imbrighi

 

Ha collaborato:
Dott. Massimiliano Monti

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