Per le persone adulte, e i bambini più grandicelli il viaggio per raggiungere il luogo di vacanza è un piacere e un’avventura, infatti ci si adatta abbastanza bene a qualsiasi mezzo si utilizzi. Non è così per i bambini, che hanno giustamente maggiori esigenze.
Uno dei problemi più diffusi è la cinetosi, o mal di movimento, è un disturbo che può essere provocato da ogni mezzo di trasporto: navi, auto, treni e aerei. È un disturbo legato ai movimenti irregolari del corpo indotti da un moto esterno e da input di tipo visivo, come il non vedere le onde del mare o i tornanti di una strada. Ne deriva una sensazione di malessere con sudorazione fredda, nausea e vomito, che può essere enfatizzata e favorita da ansia e agitazione. A soffrirne di più sono i bambini di età compresa tra i tre e i dodici anni ad essere maggiormente a rischio. Per ridurre il malessere nei più piccoli durante un viaggio in macchina è utile scegliere orari in cui sono rilassati, quindi la sera, quando il ritmo circadiano facilita la produzione di melatonina aiutando il relax. I bambini più grandi, dai sei anni in poi possono masticare gomme o prendere pasticche a base di dimenidrinato, antistaminico indicato per il mal di movimento.
Il viaggio in aereo è indicato per i bambini almeno dai sei mesi in su. I neonati, specie quelli nati prematuri, non dovrebbero essere portati in aereo. I piccoli disagi, legati alle diverse variazioni di pressione tipiche del volo, possono essere facilmente risolti con metodi tradizionali, ampiamente sperimentati quali far ciucciare il ciuccio o proporgli un pasto con il biberon, specie nella fase di decollo e atterraggio. La variazione del fuso orario provoca, di solito, alterazioni del sonno nei primi due o tre giorni di vacanza; i disturbi diventano più importanti quando vengono superati almeno quattro fusi orari. È importante lasciare riposare il bambino cercando però di farlo abituare rapidamente ai ritmi del paese di destinazione.
Per un bambino piccolo, la montagna è una buona soluzione per la vacanza, il clima è fresco, l’aria è pulita e povera di allergeni. È però importante non raggiungere alte quote troppo rapidamente. Il mal di testa, l’insonnia, la spossatezza, la perdita di appetito e la nausea sono segnali evidenti di scarso adattamento all’altitudine. Se insorgono questi disturbi entro quattro – otto ore dall’arrivo in alta quota, l’ascensione va immediatamente interrotta. Se i sintomi persistono, malgrado la sosta, è necessario riscendere a valle. Anche in montagna è importante proteggere le parti della pelle esposte con un filtro solare ed utilizzare occhiali da sole per evitare dolore ed arrossamento agli occhi da fotofobia. Il cibo e le bevande devono essere adattati al fabbisogno energetico e alla perdita di liquidi legati all’aumento dell’attività fisica. La colazione è il pasto a cui dedicare più attenzione come ci raccomanda sempre Zia Vittoria.
Al mare i bambini si divertono tra le onde e i castelli di sabbia. Possono però avere problemi se stanno troppo al sole. L’organismo deve mantenere costante la temperatura corporea indipendentemente dalla temperatura esterna; la sudorazione, disperdendo il calore, permette di mantenere costante la temperatura. Se non si realizza il meccanismo di compensazione si può avere un colpo di calore. Sono tre i fattori che possono intervenire, potenziandosi a vicenda: l’aumento della temperatura, l’aumento dell’umidità e l’assenza di ventilazione. È possibile quindi avere malesseri, anche per temperature non molto elevate, se il clima è umido e senza vento. È essenziale non esporre il bambino al caldo delle ore centrali della giornata, portandolo a riposare un po’ in casa, in albergo o comunque in u posto riparato dal sole e soprattutto che sia fresco, proponendogli spesso acqua fresca da bere e possibilmente lasciandogli fare un sonnellino.
Lina Rossi