La cronaca parla sempre più spesso del morbillo: la scorsa settimana un bimbo di Catania ha perso la vita per questa malattia a soli dieci mesi, l’ultimo della serie di quattro negli ultimi sei mesi a perder la vita nella città siciliana. Di morbillo e di vaccinazione per la malattia si parla molto oggi non solo per la vita persa ma soprattutto per le complicazioni gravissime tra cui l’encefalite post-morbillosa. Se ne parla così tanto, che la malattia è diventata addirittura la protagonista di un gioco per bambine: è stato infatti prodotto un bambolotto chiamato Morbillino perché ha il viso pieno di puntini rossi, il segno visibile del morbillo. Una banalità che però ha scatenato la reazione degli esperti.
Secondo gli esperti, come per esempio il dott. Roberto Burioni, esperto in vaccini, c’è il rischio di banalizzare malattia pericolosa come è appunto il morbillo. Il gioco prevede che i puntini rossi del bambolotto si cancellino semplicemente pulendo il viso con una spugnetta: una semplificazione eccessiva, che non fa crescere nei più piccoli la cultura corretta di una malattia che può avere gravi complicanze fino a causare il decesso. Anche l’Istituto Superiore di Sanità auspica che il prodotto venga ritirato dal mercato perché si tratta della sottovalutazione di una malattia talmente insidiosa, da non essere paragonata ad un banale raffreddore o febbre da raffreddamento da curare con una semplice spugnatura.
Per il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità dott. Walter Ricciardi, collegare una malattia come il morbillo a qualcosa di giocoso è fuorviante e rischia di indurre le persone ad avere timore del vaccino, il vero e unico, oltre che sicuro rimedio della malattia. E’ proprio grazie alle vaccinazioni che si è ridotto il numero dei casi, se ne contano ancora centinaia e solo nel 2018 in Italia si sono già registrati due morti. Con le malattie dice l’esperto, non si gioca: una bimba potrebbe ribellarsi al vaccino pensando che basti una spugnetta per far andare via i puntini rossi e quindi opporsi al vaccino, una iniezione e può fare male, senza capire l’altissimo potenziale protettivo di questa misura preventiva. L’azienda produttrice dichiara di avere agito in buona fede e che si tratta di un gioco, visto che già in passato sono state prodotti bambolotti con la bua e che il gioco della mamma che cura il bimbo malato è sempre stato apprezzato. Il ritiro dovrebbe essere stabilito solo dopo la decisione delle autorità, tenendo conto che l’azienda produce giocattoli da sempre. Il problema a nostro avviso è un altro, la funzione dei giocattoli dovrebbe essere quella di aiutare la fantasia ad esprimere tutto il potenziale ideativo dei bambini. Il gioco ed i giocattoli devono stimolare la fantasia dei bambini, quindi un bambolotto che si cura semplicemente con un lavaggio esaurisce qualsiasi funzione ricreativa e non aiuta certo a sviluppare le capacità fantastiche.
Sahalima Giovannini