Scuola, quale insegnamento: ora di religione o storia delle religioni?

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Scuola, quale insegnamento: ora di religione o storia delle religioni?

E’ stata pubblicata oggi una lettera di Francesca Campana Comparini, Festival delle Religioni, in cui chiede alla riforma della scuola di inserire l’insegnamento di storia delle religioni, alla luce della tragedia Charlie Hedbo di Parigi

E’ dal lontano 1998, anno di nascita di www.guidagenitori.it che ci siamo posti la domanda: a quale religione apparterranno i nostri utenti? La risposta non poteva che essere: a tutte le principali religioni monoteiste, essendo GuidaGenitori.it un giornale on-line e quindi aperto al mondo inteso nella più ampia accezione multiculturale.

Nella sezione – spiritualità – abbiamo dato spazio alla religione cattolica, all’ebraica ed alla musulmana cercando di mostrare i significati portanti di ogni singolo punto di vista. Sono quindi profondamente d’accordo con la lettera pubblicata sul Corriere della Sera di Francesca Campana Comparini, la responsabile del Festival delle Religioni, avendone già individuata l’importanza in tempi non sospetti. Oggi, nelle aule dei nostri ragazzi non è più un fatto eccezionale condividere lo spazio con ragazzi di credenze religiose diverse. La differenza religiosa fa parte della loro crescita ed in questo i ragazzi devono necessariamente essere accompagnati per evitare che si possano creare risentimenti dovuti a gesti compiuti da singole persone come quelle accadute per l’appunto a Parigi.

La nostra religione di Stato, con quasi l’85% della popolazione, è la più diffusa nelle aule scolastiche ma è anche vero che i musulmani e gli ortodossi, sono sempre più numerosi. E’ dunque arrivato il momento in cui è necessario rendersi conto della nuova realtà e finalmente trasformare l’ora di religione classica – la cattolica – nello studio e conoscenza delle diverse religioni, a vantaggio della partecipazione unitaria di tutti i bambini indistintamente. La conoscenza del credo diverso da quello cattolico, aiuterà nel rispetto delle regole ebraiche, musulmane o ortodosse che siano. Solo la conoscenza può rendere liberi dalla paura che gradualmente sta prendendo spazio.

Ciò che è accaduto a Parigi deve farci riflettere. La libertà di pensiero e di parola sono di fondamentale importanza ma, dove risiede il confine tra la nostra libertà e quella degli altri? Affinché non capitino più atti intrisi di barbarie, come quelli cui abbiamo dovuto assistere, è quindi necessario educare i nostri ragazzi alla conoscenza ed al rispetto delle leggi religiose da una parte, mentre, l’Unione Europea dovrebbe varare delle leggi tendenti a proteggere ogni singolo cittadino europeo vigilando con maggiore attenzione gli ingressi alle frontiere e soprattutto non permettere la circolazione a donne con il volto totalmente coperto.

Il giorno prima della tragedia ero all’aeroporto Charles De Gaulle di rientro dall’Africa, non solo i controlli sono stati molto superficiali ma la maggior parte dei viaggiatori in transito negli imbarchi erano famiglie arabe le cui donne indossavano il burqa completo sotto il quale chiunque può nascondersi.

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