La Befana, la cara vecchina a cavallo della scopa tra mito e leggenda

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La Befana, la cara vecchina a cavallo della scopa tra mito e leggenda

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“La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte con le toppe alla sottana. Viva, Viva la Befana!”… Chissà quante volte abbiamo ascoltato questa filastrocca, o l’abbiamo recitata ai nostri bimbi! Ma chi è veramente la Befana, questa vecchina che vola sulla scopa portando semplici doni ai bambini? E come si lega la sua figura con quella dei Re Magi, visto che la Befana viaggia nel cielo proprio la notte dell’Epifania? Andiamo a scoprire qual è la sua vera storia e le sue origini, che uniscono in una sola volta tradizioni pagane, usanze popolari e folcloristiche.

La Befana pagana…
Dal greco “bifanìa” o “befanìa”, ossia “manifestazione”, “rivelazione”, la figura della Befana, prima tipica tradizione di alcune regioni italiane, si è diffusa poi nell’intera penisola. L’origine più remota dell’Epifania, che si pone a conclusione delle festività natalizie, risale ad una tradizione agraria pagana, legata alla natura e al lavoro nei campi. Nel giorno in questione, infatti, presso i Romani si concludeva con il solstizio invernale, l’anno solare, e si dava il benvenuto all’anno lunare, la dodicesima notte seguente si usava celebrare la morte di Madre Natura e la sua rinascita e si credeva che durante quei dodici giorni misteriose figure femminili, guidate da Diana o da altre divinità come Satìa – sazietà o Abundìa – abbondanza, volassero sui campi seminati, per augurare la fertilità del terreno e l’abbondanza dei futuri raccolti. Sulla scia della tradizione romana si plasma la più moderna rappresentazione femminile di una donna ormai anziana, che vuole simbolicamente richiamare l’immagine dell’anno vecchio e i doni da lei distribuiti e l’ attesa dei rigogliosi frutti del nuovo anno. Suggestivo è anche l’accostamento dell’Epifania ad una tipica festività pagana che, ad inizio anno, celebrava la dea Strenua, simbolo di forza, in grado di attirare salute e fortuna, soprattutto a conclusione dell’anno vecchio, quando si facevano sentire gli influssi negativi degli spiriti maligni e durante la quale i partecipanti si scambiavano doni. La Chiesa cattolica ha mostrato da sempre un atteggiamento critico nei confronti di questa celebrazione, ravvisando in essa la presenza di elementi tratti dal mondo satanico e accomunando la divinità alla figura di strega. Nel Medioevo la tradizione popolare contribuisce al cambiamento: la vecchia signora è ora molto simile ad una strega buona, da cui le contrastanti emozioni al confine tra il timore e la felicità, che suscita nell’animo dei bambini nella notte in cui visita le loro case.

…. e il significato cristiano dell’Epifania
L’ “Epifania” non è altro che la rivelazione, la manifestazione del figlio di Dio agli uomini, di Gesù Cristo ai Re Magi, e il nome Befana non è altro che una storpiatura derivata da questa parola. I tre sacerdoti, arrivati da Oriente, vogliono a tutti i costi raggiungere il luogo della nascita del Signore Gesù, per onorarlo con i loro simbolici doni, oro, incenso e mirra. La cristianizzazione della tradizione dell’Epifania avviene attraverso l’accostamento della Befana alle figure evangeliche dei Magi, in un parallelismo con il mondo cristiano. Come i Magi offrirono doni al neonato bambino Gesù, così lei li offre ai bimbi buoni in ricordo del gesto dei Re, anche se in verità la vecchina dei regali c’entra poco con le parole dei Vangeli. Una famosa leggenda, intrecciando le vite di questi personaggi, narra che i Re non riuscendo a trovare la grotta di Betlemme, durante il loro lungo peregrinare, si fermarono a chiedere informazioni ad una indaffarata anziana signora, che dopo avergli risposto, si rifiutò di seguirli, nonostante la loro insistenza, e che, pentitasi, in seguito, del suo malevolo comportamento e perse le loro tracce, dedicò il resto della sua vita a recapitare personalmente dolciumi in dono a tutti i bambini che avesse incontrato lungo la sua strada, nella speranza di trovare tra loro il bambino Gesù, come forma di penitenza e di richiesta di perdono.

L’attuale festa dell’Epifania
Tradizione tipicamente italiana, l’Epifania si festeggia con grande trepidazione e attesa, soprattutto da parte dei più piccoli, attraverso riti e usanze diverse, seppur tutte affascinanti, come la notte magica del 6 di gennaio. La Befana moderna dismessi gli abiti della Natura ormai vecchia che lascia spazio ai nuovi tempi di prosperità, veste piuttosto vissuta quelli di una vecchina dal naso adunco e dal mento aguzzo che, vestita di stracci rattoppati di mille colori, la notte tra il 5 e il 6 di gennaio, arrivando da cieli lontani a cavallo di una lunga scopa magica e calandosi dai camini o dalle moderne cappe, lascia ai bimbi addormentati beatamente nei loro lettini, tanti doni meravigliosi e colma le calze appositamente appese dei meritevoli, di prelibati dolci, frutti o cioccolate e quelle dei più monelli, di nero carbone. Nel Lazio, dove la festa dell’Epifania è particolarmente sentita, il 6 gennaio si svolgono fiere caratteristiche dedicate alla vecchina buona, tra le più note quella di Piazza Navona a Roma, che quel giorno si anima di mille luci e originali bancarelle e tra i passanti si possono incontrare tante Befane e Babbi Natale, pronti a fare amicizia e farsi immortalare in spiritosi ritratti fotografici. In altre parti d’Italia si usa scambiarsi piccoli doni anche tra adulti o omaggiare il proprio compagno/a con dolci cioccolatini. Anche il nome della Befana muta da regione a regione. E’ la Barbasa a Modena, la Vecchia a Pavia, la Redodesa o Marantega a Venezia, la Berola a Treviso e via dicendo, lungo fiumi di divertimento e fantasia.

L’Epifania: curiosità dal mondo
Nella stessa magica notte mentre i nostri bambini appendono le loro calze sperando che la Befana le colmi di tante dolci sorprese, quelli spagnoli usano porre dinanzi alla porta di casa un po’ di cibo, una scarpa e dell’acqua perché si abbeverino i cammelli assetati. La mattina del 6 gennaio corrono giù dal letto prestissimo per curiosare sui regali portati loro dai Re Magi. In molte città spagnole poi sfilano decoratissimi carri che trasportano lungo le strade in trionfo le figure dei Magi. I francesi più semplicemente in quel giorno usano cucinare un dolce speciale all’interno del quale nascondono una fava “magica”, che permetterà al fortunato che la troverà sotto i suoi denti di diventare per un giorno il re o la regina della festa. Anche se in Germania il giorno della Befana non compare sul calendario come un festivo, ma si va regolarmente a scuola o al lavoro, comunque si celebra la venuta dei Re Magi, le persone di religione cattolica si recano a messa e i sacerdoti visitano le abitazioni, chiedendo, in cambio della recita di versi o canzoni sacre, delle libere offerte. Il 6 gennaio rappresenta la festa in ricordo dei Re Magi anche in Ungheria dove i bimbi travestiti come i famosi personaggi, appunto, girano di casa in casa portando con sé un piccolo presepe e accettano gioiosamente donazioni spontanee. In Romania, dove questo è un giorno ufficialmente di festa, in alcuni luoghi i bimbi rallegrano le case a cui fanno visita con divertenti e bellissime storie, ricevendo in cambio qualche soldino per sé. I sacerdoti usano, invece, benedire le case e i loro abitanti. La Russia festeggia il suo Natale ortodosso proprio nel giorno dell’Epifania e i bimbi trepidanti attendono i doni di Padre Gelo, che arriverà come sempre in compagnia della simpatica vecchina di nome Babuschka. Gli islandesi chiamano il 6 gennaio, il tredicesimo, perché questo è il tredicesimo giorno seguente il Natale,e anche per loro rappresenta l’ultimo giorno delle festività natalizie. La giornata inizia con una fiaccolata a cui parteciperanno anche i sovrani degli elfi e l’ultimo dei Babbi Natale. Infatti, dall’11 dicembre ogni giorno arriva un Babbo Natale e poi dal 25 ogni giorno ad uno ad uno lasciano il paese. La suggestiva fiaccolata si conclude con un enorme falò e dei meravigliosi fuochi d’artificio.

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Fabiana Angelucci

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