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Mamme in quota latte

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Capezzoli doloranti, sveglie notturne, cibi vietati: Lilith non ha dubbi: l’allattamento è… struggente.

Nei primi tre mesi i rapporti col bebè si limitano a semplici gesti meccanici: voi vi addormentate sfinite e convinte d’averlo addormentato, lui si sveglia urlando, voi meccanicamente aprite il mitico reggiseno a finestrella (che secondo le statistiche gli uomini considerano più sexy delle parure di seta e pizzi), detergete la parte centrale di quelle due cose doloranti dette poppe e l’attaccate. Lui divorerà il tutto in silenzio. Poi vorrà ruttare e rigurgitare e per una decina di minuti sembrerà quasi un essere umano. Errato. Ha la colichetta. Per colichetta s’intende quella capacità di fare una cosa che, negli anni a venire, dovrete supplicarlo di non fare, almeno in pubblico Or dunque: se gli adulti ogni volta che gli scappa dovessero fare tutte quelle scene questa terra sarebbe un’immensa valle di lacrime. Purtroppo il neonato impara presto ma con dolore, tanto più se voi avete sbadatamente mangiato qualsiasi alimento che non sia una foglia d’insalata con stracchino.

Molte primipare ritengono che l’allattamento sia una cosa emozionante, al limite struggente. Ecco, direi che struggente è la parola giusta: è struggente desiderare una pasta e fagioli e limitarsi a un brodino leggero. E’ struggente girare perennemente ubriache di birra, anche se siete astemie, perché fa latte. E’ struggente essere guardate come reprobe dalle nonne al primo vagito solo perché vi siete permesse di mangiare di nascosto un piatto di patate fritte invece del purè. E’ soprattutto struggente puzzare sempre di gorgonzola pur non essendo autorizzate nemmeno a guardarlo.

Consoliamoci. Mentre col primo figlio molte si sentono in dovere di allattarlo fino all’adolescenza, col secondo la gran parte guarda supplice il pediatra sperando abbia sposato la causa del latte in polvere, al limite anche quello politicamente scorretto, che consente alle nonne di appoppare commosse e alle neomamme di rifarsi una vita. Niente da fare: il medico vi guarderà con lo stesso sguardo schifato che un ambientalista riserva a organismi geneticamente modificati e vi negherà la libertà. Anche se poi, in realtà, voi siete già da tempo un Ogm!

Diciamocelo però. Non va bene nemmeno a quelle escluse dalle ‘quote latte’, quelle condannate all’allattamento artificiale. Riscaldare un biberon nel cuore della notte mentre si vorrebbe solo dormire (forse neanche sognare) è un’esperienza simile a quella di Neil Armstrong quando sbarcò sulla Luna. La scienza e la tecnica aiutano molto, con simpatici scaldabiberon da tenere sempre a portata di mano, sterilizzatori portatili e frigoriferi riempiti di bottigliette pronte. Il guaio è che quest’ultime vanno disinfettate, il latte va dosato (e costa), il ruttino e il rigurgito (nonché il petino) c’è ugualmente, ma soprattutto ci sono le tettarelle!

Il buco sulla tettarella è uno dei problemi irrisolti dal mondo civilizzato. Scienziati di tutto il mondo stanno studiando un tipo di tettarella che si modelli, con particolari sensori, alle esigenze del vostro bambino. Non troppo grande, né troppo piccolo, il buco della tettarella deve essere in grado di far fronte a una semplice merendina, a una poppata consolatoria e a una fame da lupi. In seguito dovrà allargarsi quanto basta per le necessità dettate dallo svezzamento e dai nuovi alimenti (dal thè al finocchio per i crampetti al passato di verdure con omogeneizzati). La casa, una succursale del Centro Grandi Trapianti della California, si riempie di odore di disinfettanti e di caucciù bruciacchiato (il buchino si allarga con un ago arroventato), di thermos, di borse portathermos, di scatolette sterili in cui infilare tettarelle sterili, di bollitori e scatoloni di polvere di latte da recuperare al volo in farmacia anche se è domenica notte. In fondo è più semplice passarsi un po’ di garza e disinfettante su quella cosa violacea devastata dalle ragadi e sperare in tempi migliori. Lo sapete già – se avete letto fin qui lo sapete già – che questo è il tempo migliore della vostra vita da mamme!

 

Lilith

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