Se tutti gli esseri viventi al mondo passano un terzo della propria vita a dormire, deve esserci una valida ragione, infatti, è mentre il corpo riposa, che il cervello è impegnato a elaborare le informazioni della giornata trascorsa e a stabilizzare i ricordi. Essere privati del sonno ci espone al rischio di sviluppare una serie di gravi problemi di salute sia fisica sia mentale, ad essere compromessa è soprattutto la capacità di apprendere e memorizzare. La deprivazione del sonno è stata, ed è ancora oggi, utilizzata per sfinire psichicamente i dissidenti politici, il risultato è lo sviluppo di crisi psichiche con stati di allucinazione e pensiero delirante.
Gli studi mostrano il ruolo fondamentale del sonno nella memorizzazione e nell’apprendimento. I ricercatori ritengono che il sonno influenzi l’apprendimento e la memoria in due modi:
Esistono diversi tipi di ricordi. Alcuni sono basati sui fatti, come ricordare il nome delle capitali degli stati. Alcuni sono episodici, basati su eventi della vita, come il primo volo in aereo. E alcuni ricordi sono procedurali o didattici, come andare in bicicletta o suonare il piano. Affinché un evento della vita diventi un ricordo sono necessarie tre fasi:
Sia l’acquisizione sia il richiamo, sono funzioni che si attivano da svegli e quindi coscienti. Il consolidamento, indipendentemente dal tipo di memoria avviene durante il sonno. Senza un sonno adeguato, il sistema cerebrale fatica ad assorbire e fissare le nuove informazioni e conseguentemente anche la capacità di giudizio e le capacità motorie complesse ne risentono.
Gli studi dimostrano che il sonno è il responsabile anche sui riflessi fisici, sulle capacità motorie oltre che sulla capacità di giudizio. Uno studio ha dimostrato che i partecipanti privati del sonno erano più propensi a pensare di avere ragione quando, in realtà, avevano torto. Altri studi hanno dimostrato che il risultato dei test di memoria effettuati dopo aver ben dormito, le persone avevano ottenuto risultati migliori a scuola, in ufficio, sul campo sportivo o in un concerto. I ricercatori non hanno ancora ben compreso come il sonno migliori la memoria, ma sembra che l’ippocampo e la neocorteccia, le aree del cervello dove vengono immagazzinati i ricordi a lungo termine, ne siano interessati. Si pensa che nel sonno gli eventi vissuti nella giornata vengano riprodotti ed elaborati fissandoli così nel tempo ovvero: la memoria a lungo termine. Alcuni studi hanno dimostrato che i ricordi si stabilizzano durante il sonno REM – Rapid Eye Movement – il momento in cui si sogna. Altri studi hanno scoperto che alcuni tipi di ricordi sono spesso conservati durante il sonno profondo e a onde lente. Il sonno è una necessità biologica: ne abbiamo bisogno per sopravvivere e la raccomandazione per stare bene è dormire almeno sette ore per gli adulti e nove – dieci per i bambini per ogni notte.
Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Responsabile scientifico Guidagenitori.it
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