Mangiarsi le unghie è ben più di un brutto vizio. Si tratta proprio della manifestazione di un disturbo psichiatrico, per la precisione di un disordine di tipo ossessivo – compulsivo e va affrontata prima che crei problemi di altro tipo. Lo sostengono gli psichiatri americani che stanno per includere l’onicofagia nel nuovo Manuale Diagnostico e statistico dei disturbi Mentali – DSM. Gli esperti motivano questa decisione con il fatto che tutte le malattie mentali di tipo ossessivo – compulsivo sono caratterizzate da comportamenti ripetitivi e compulsivi, senza la possibilità di interrompere l’azione volontariamente a meno di non entrare in una reazione ansiosa. Gli psichiatri ammettono però che solo i casi più seri di rosicchiamento possono essere considerati vere e proprie malattie. Questo si verifica quando le dita sono così rovinate e doloranti da non permettere di eseguire certi movimenti e di usare le mani adeguatamente, come è richiesto ad un bambino nella vita quotidiana, nella scuola, nel gioco e nello sport.
Perché ci rosicchiamo le unghie
Non sono pochi i bambini che hanno l’abitudine di mangiarsi le unghie. Si tratta di un gesto autolesionista, nasconde un’aggressività e una rabbia che un piccolo non riesce ad esternare, quindi la rivolge verso se stesso. È una questione da affrontare in modo delicato, senza sgridare il bambino. Lui avverte questa esigenza di rosicchiare le unghie come necessaria e, piccolo com’è, non può far leva sulla forza di volontà. Vanno sicuramente evitati rimedi come applicare sulle unghie del piccolo smalto amaro o peperoncino rosso: nel primo caso, si tratta di una sostanza chimica e non sempre disincentiva il rosicchiamento; nel secondo, il peperoncino rosso può causare al bambino bruciore di stomaco e irritazione alla mucosa orale. È più importante indagare sulle cause che possono essere alla base dell’onicofagia: tra i genitori si verificano litigi? È nato un fratellino, o la famiglia ha cambiato casa? Sono tutte situazioni fonte di stress per un bambino che, non avendo la capacità di affrontarle, dirige il disagio verso se stesso e il proprio corpo, aggredendo una parte sempre a … portata di bocca. Si può anche indagare presso le educatrici della materna o le insegnanti, per capire se il bambino sta vivendo un particolare momento di stress, anche con i compagni. Una volta individuata la causa, sarà possibile intervenire per aiutare il bambino ad affrontare il momento di difficoltà.
Distrarre il piccolo con attività coinvolgenti
Mentre si “lavora” per aiutare il bimbo a superare la sua inquietudine, è possibile adottare alcuni trucchi per aiutarlo a perdere l’abitudine di rosicchiarsi le unghie. Mettiamo da parte le sgridate, che rendono ancora più insicuro il piccolo e possono addirittura peggiorare il problema. E’ preferibile distrarre il bambino, obbligandolo a utilizzare le mani che non possono, così, essere portate alla bocca. Lo si può spingere a giocare di più all’aria aperta, usando attrezzi e strumenti da tenere in mano. Se è abbastanza grande, il bambino può essere iniziato a sport che implichino l’uso delle mani con attrezzi: il tennis, la scherma, il mini golf, il baseball divertiranno il bambino e gli insegneranno un utilizzo alternativo delle proprie mani. Nel caso delle bambine, si può puntare sulla vanità: già a quattro o cinque anni le bimbe sono sensibili al proprio aspetto fisico. Quindi, con la scusa di imitare la mamma e di essere graziose, ovviamente, con la giusta misura, si può iniziare a spiegare loro il piacere di avere manine gradevoli e curate, iniziando ad applicare la sera un velo di crema profumata per bambini e concedendo loro un velo di smalto di un colore rosato. Nulla di vistoso, la cui utilità potrà essere spiegata alle maestre. E ogni volta che il bimbo o la bambina riescono a trattenersi, li si dovrà premiare con mille lodi e con un piccolo dono: un libretto, un Cd, un giochino che desiderano da tempo.
Sahalima Giovannini