Una su quattro, una percentuale elevata: è il numero delle persone che, nel nostro paese, ritengono che i vaccini non siano sicuri. Certo, c’è anche chi è messo peggio, come la Francia, dove quattro persone su dieci pensano che non sia il caso di sottoporsi alle vaccinazioni. Non si tratta comunque di una percentuale rassicurante, perché in quel 20% ci sono probabilmente molti genitori che, consapevolmente, decidono di non far vaccinare i propri figli. È quanto emerge dal Vaccine Confidence Project, che ha presentato questi dati alla conferenza organizzata dalla Commissione europea a Bruxelles, che aveva come tema proprio il crescente scetticismo nei confronti dei vaccini.
La decisione di non sottoporre né se stessi né i propri figli al vaccino dipende da convinzioni del tutto prive di fondamento, che circolano tra i genitori davanti alle scuole, alimentate da paure personali e dal sentito dire. Si crede, per esempio, che sottoporsi a vaccini indebolisca il sistema immunitario, favorendo quindi la diffusione di altre malattie e allergie. È il contrario: poiché il sistema di difesa dell’organismo non impiega energie per difendersi da malattie serie, quindi dispiega tutte le sue capacità per un pieno benessere del corpo. Altra leggenda sfatata da tempo, ma che resiste anche davanti all’evidenza della ritrattazione del medico che mise in giro la notizia, è quella che i vaccini favoriscano l’insorgenza dell’autismo. Non vi è nulla di vero: furono un giornalista e un medico in Inghilterra, radiati dai rispettivi albi professionali, che inventarono di sana pianta un caso medico, non solo per avere notorietà ma anche perché ricevettero dei compensi da lobby contrarie ai vaccini, mettendo in collegamento il vaccino contro il morbillo con l’autismo. Non c’è nulla di vero eppure tanti genitori, anche i più informati, credono ancora a questa favola.
Altra credenza che allontana dal vaccino è il fatto che certe malattie non esistono più, o sono rarissime. Questo è vero solo per il vaiolo, eradicato negli anni Settanta e quindi tolto dal calendario vaccinale: l’antigene però esiste ancora, in vitro, nel caso la malattia si dovesse presentare ancora. Altre malattie, come la poliomielite, la difterite e altre sono state tenute sotto controllo proprio grazie ai vaccini. Esistono però ancora dei focolai attivi nel mondo e il fatto che oggi si viaggi e ci si sposti per turismo, lavoro o altre esigenze favorisce nuovamente la diffusione di queste patologie. È quindi importante essere vaccinati. Per quanto riguarda altre malattie, come il morbillo appunto, possono portare complicanze gravi con una frequenza di gran lunga maggiore rispetto al vaccino. Senza contare casi gravi che si sono verificati anche di recente, quando una bambina piccolissima, che non poteva essere sottoposta a vaccino, ha perso la vita per essere entrata in contatto con una persona malata: il vaccino serve quindi anche a proteggere gli immunodrepressi che non possono ricevere i vaccini.
Questo atteggiamento rallenta l’azione per sconfiggere malattie come il morbillo, rende le comunità più vulnerabili a patologie di ritorno, come la difterite appunto. In base ai dati presentati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, dal 2000 al 2009 quasi 5 milioni di bambini europei sotto i due anni non sono stati vaccinati contro morbillo-parotite-rosolia. Tale consuetudine ha contribuito al picco recente di infezioni di morbillo negli adulti, con il 25% dei casi registrati tra il 2014 e il 2016 che ha colpito gli over 30. Se la diffusione dei vaccini raggiunge almeno il 90% della popolazione, è possibile che gravi malattie tornino a colpire, con ripercussioni sul piano della salute e grosse perdite anche per i sistemi sanitari.
Il 18 febbraio 2017 verrà pubblicato il nuovo piano vaccinale 2017 – 2019 in G.U.
Il nuovo piano prevede vaccini gratuiti per bambini e anziani ma soprattutto il Papillomavirus gratuito anche ai maschi tra gli 11 e 12 anni. Nel minisito – Vaccinazioni, Una guida semplice per una scelta consapevole – è possibile consultare il 21.
Giorgia Andretti