Bambini, ossa più robuste se lasciati liberi di muoversi

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Bambini, ossa più robuste se lasciati liberi di muoversi

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Quando un bambino, attorno all’anno di età, inizia a manifestare la volontà di muoversi in modo autonomo, l’immediata reazione dei genitori e soprattutto dei nonni è quella di tenere il bimbo per mano per proteggerlo. È giusto e comprensibile, perché a questa età i bimbi sembrano così insicuri e instabili. È bene però fare attenzione a non frenare, inconsciamente, la loro naturale tendenza al movimento. Se, anche senza volerlo, si tende a ostacolarli, non si rischia solo di renderli più insicuri, ma anche di impedire che la crescita muscolo-scheletrica possa compiersi al meglio. Proprio così: una ricerca americana ha dimostrato che hanno ossa più forti i bambini che iniziano a muoversi prima, in modo particolare prima dei 18 mesi.

Bimbi dinamici, adulti più forti
Una ricerca pubblicata sul Journal of Bone and Mineral Research, svolta presso la Manchester Metropolitan University e la University of Bristol, in Inghilterra, ha confermato che una attività fisica iniziata presto, prima dell’anno e mezzo di età, aiuta lo scheletro a svilupparsi al meglio. Già alcun anni fa gli stessi ricercatori avevano pubblicato uno studio che dimostrava come la forza muscolare degli adolescenti e la regolarità con cui i ragazzini praticano attività fisica siano intimamente legate a quanto erano attivi nei movimenti da bimbi. Dal nuovo studio emerge un rapporto chiarissimo tra forza e massa ossea in adolescenza ed età a cui si comincia a camminare, correre, fare i primi salti. I bimbi che iniziano prima saranno adolescenti con ossa più forti e in età adulta avranno probabilmente meno problemi di osteoporosi. Questo succede perché il periodo tra i 12 e i 18 mesi sono essenziali per l’acquisizione del senso dell’equilibrio: se un bambino non riesce, in questa fase cruciale della crescita, a mettere sufficientemente alla prova le sue forze, potrebbero insorgere difficoltà nella costruzione del movimento armonico globale.

Favorire il moto fin dai primi mesi
È quindi essenziale lasciare un po’ da parte le comprensibili preoccupazioni e, pur nella prudenza necessaria a non permettere che il bambino corra dei pericoli, si deve favorire la sua naturale tendenza al movimento. Già verso i quattro mesi, per esempio, un bambino è molto attivo: cerca di afferrare gli oggetti, rotola su se stesso, se messo a pancia in giù alza testolina e gambe. Più avanti cerca di puntellarsi sulle mani per sollevarsi con il busto, sgambetta, si mette seduto e poi, verso i sette mesi, prova a fare i primi tentativi di gattona mento. È bene preparargli uno spazio sicuro in cui possa dare sfogo alla sua volontà di muoversi, per esempio su un morbido tappeto con maniglie, anelli e tanti giochi intorno. Se i suoi muscoli si irrobustiscono, lo sosterranno con maggiore sicurezza nella fase in cui inizierà il movimento di impatto, come i primi passi, le corsette e i saltelli: proprio queste attività favoriscono l’assorbimento, da parte delle ossa, del calcio contenuto nei cibi, quindi lo scheletro si rafforza in questo periodo in cui l’attività degli osteoblasti è elevata. Anche l’abitudine conta molto: un bimbo che già a un anno e mezzo è spronato a fare del movimento libero, anche sulla scorta dell’imitazione dei genitori, sarà un ragazzino che amerà lo sport e la vita attiva. L’intero sviluppo osteomuscolare ne beneficerà.

Giorgia Andretti

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