Infezioni e flogosi, se non curate adeguatamente, possono causare danni a carico della vista.
Le vie lacrimali costituiscono il sistema di drenaggio delle lacrime. Durante tutta la giornata la ghiandola lacrimale posta nella parte alta dell’orbita produce le lacrime, la cui funzione è quella di detergere continuamente la superficie oculare per impedire l’instaurarsi di flogosi, o infiammazioni, e infezioni. Le lacrime sono costituite principalmente da acqua e contengono degli anticorpi che possono contrastare l’attacco esterno di batteri o funghi che entrano in contatto con la superficie oculare. Il movimento di apertura e chiusura palpebrale (detto ammiccamento), in associazione con le immunoglobuline, contribuisce a detergere la superficie dell’occhio impedendo lo stabilirsi di agenti patogeni. Il continuo flusso di lacrime viene drenato dalle vie lacrimali, costituite da una serie di piccoli “tubicini” che svolgono la funzione di scarico. L’insorgere di una eventuale flogosi o l’occlusione di queste vie porta alla iperlacrimazione dell’occhio, detta “epifora”. Le lacrime drenate dall’occhio vengono trasportate nel naso dove evaporano con la respirazione.
I processi infiammatori si possono instaurare sia attraverso l’occhio che attraverso il naso, nei casi di rinite. Le flogosi si caratterizzano per la presenza e la fuoriuscita del pus dal canale lacrimale, con rossore più o meno evidente a livello cutaneo palpebrale o nasale. Gli agenti responsabili dell’infiammazione possono essere i più disparati: forme comuni da stafilococco e streptococco o forme rare sostenute da actinomiceti o herpes simplex. Tutte le forme morbose possono essere sia acute che croniche con esiti clinici più o meno importanti. Le forme acute possono essere facilmente trattate con antibiotici per via locale (colliri o pomate) e la loro risoluzione è pressoché totale. In casi trattati non correttamente o sottovalutati dal paziente, l’infiammazione può cronicizzarsi determinando stenosi croniche delle vie lacrimali da alterazioni anatomiche indotte dall’infiammazione. Le reazioni granulomatose determinano la formazione di piccoli depositi di materiale che impediscono la guarigione. Nei casi molto gravi il pus, formatosi all’interno dei dotti lacrimali, tende a coinvolgere le strutture circostanti. Nei casi di stenosi all’interno del sacco lacrimale, si può determinare la formazione di un “ascesso” caratterizzato dalla presenza di una tumefazione elastica a livello dell’ala del naso.
La terapia antibiotica locale è di estrema utilità anche se l’associazione con la terapia generale (sia antibiotica che cortisonica) può risolvere le forme più gravi e altamente resistenti e recidivanti. E’ consigliabile associare anche una terapia locale per via nasale così da disinfettare un’altra possibile via di accesso dei batteri. L’uso dei lavaggi con soluzioni antibiotiche delle vie lacrimali è sconsigliato nelle fasi acute e va sempre eseguito con estrema delicatezza per impedire che l’ago di sondaggio o la soluzione possano aggravare la flogosi o addirittura danneggiare le strutture. In casi particolari può essere necessario un intervento chirurgico, come nel caso dell’ascesso del sacco, per impedire il formarsi di fistole che potrebbero gravemente compromettere la situazione generale. Nel bambino raramente si determinano forme molto gravi e quelle lievi si associano sempre ad una congiuntivite muco-purulenta che permette di iniziare precocemente un trattamento farmacologico. Nei casi di congiuntivite ricorrente bisogna sempre considerare la possibile presenza di una flogosi, o infiammazione, di natura batterica. In presenza di una irritazione della congiuntiva si deve contattare sempre lo specialista che, ponendo una corretta diagnosi, potrà far subito iniziare la cura specifica evitando che la patologia possa cronicizzarsi con esiti cicatriziali molto gravi, fastidiosi e permanenti.
Dott. Stefano Amodeo
Specialista in Oculistica e Microchirurgia oculare