A tutti noi resterà in mente il gesto dell’attore Will Smith alla cerimonia degli Oscar. Uno schiaffo ha violato il volto del collega per aver pronunciato una battuta poco felice su un problema di sua moglie: l’alopecia, ovvero, il disturbo che lascia le persone senza più i peli, capelli compresi. L’alopecia, la perdita dei capelli, può presentarsi in varie forme più o meno gravi. Quasi sempre, l’intensità della forma, provoca gravi conseguenze psicologiche in chi ne soffre.
L’alopecia è una malattia autoimmune, compare quando i linfociti, le cellule del sistema immunitario, riconoscono come estranei i bulbi del capello e li aggrediscono. Possono esserci varie forme, come l’alopecia areata con una o più chiazze di perdita dei capelli e l’alopecia universale in cui si ha la perdita completa della peluria, quindi di ciglia, sopracciglia, ovvero tutti i peli del corpo. Secondo gli esperti il fattore scatenante della malattia può essere un evento di forte impatto emotivo come un lutto o la depressione. In alcuni casi la malattia è auto risolutiva perché i capelli dopo qualche tempo tornano a crescere. Purtroppo, non sempre succede: a volte si ripresenta e quindi le chiome ricominciano a cadere, in altri casi non crescono più. L’alopecia colpisce circa il 2% della popolazione, inclusi i bambini e per questi piccoli rappresenta un serio problema perché mina l’autostima ed espone a insicurezza.
Ci sono altri fattori che concorrono a provocare l’assottigliamento e la caduta dei capelli. Sembrerebbe che i sofferenti di alopecia androgenetica siano soggetti a un’iperattività del sistema immunitario, in particolare a causa di determinate cellule, i linfociti, il loro compito è quello di difendere l’organismo dall’attacco delle malattie in generale. Questo tipo di linfociti sarebbero gli aggressori della melanina, il pigmento che conferisce al capello la colorazione. In questo modo il fusto stesso del capello viene disgregato e distrutto. Però, potrebbe anche essere colpa dei recettori nervosi, la loro configurazione spaziale a quattro lati dovrebbe consentire di cogliere e interpretare i segnali chimici che provengono dall’organismo, essenziali per la crescita e lo sviluppo dei capelli. Secondo studi recenti, questi recettori potrebbero risultare danneggiati e perdere uno dei quattro lati, in questo modo i messaggi di crescita e sviluppo dei capelli risulterebbe alterato con la conseguenza del mancato messaggio al bulbo pilifero. Altro aspetto determinante dell’alopecia, è l’associazione con il sistema ormonale come ad esempio l’ormone testosterone, sappiamo infatti che la calvizie che compare negli uomini verso l’età matura, è agganciato a un fattore genetico e si presenta appunto negli uomini. La conoscenza dello sviluppo dei capelli ci aiuta a capire meglio il problema.
Una cura è possibile e comprende varie strategie, dall’utilizzo di farmaci cortisonici alle infiltrazioni e terapie con immunosoppressori. Spesso si procede per tentativi, cercando di trovare la soluzione giusta per ciascun caso. Per questo motivo, se il problema ci riguarda personalmente o riguarda nostro figlio, è essenziale rivolgersi a centri specializzati seri e con certificazioni universalmente riconosciute. Diffidare invece di chi propone soluzioni miracolose, che purtroppo si rivelano quasi sempre fallimentari oltre che dannose per l’organismo. Sicuramente è importante affidarsi anche a uno psichiatra con competenze psicoterapeutiche, questo perché l’origine, in parte è psicogena, sia perché il disagio provocato dalla perdita dei capelli ha un forte impatto psichico e può lasciare un profondo senso di sofferenza.
Sahalima Giovannini
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