Controlliamo sempre quando andiamo nello studio del dentista l’affissione del diploma di laurea in odontoiatria? E’ bene iniziare a farlo, sono circa diecimila i falsi dentisti con studio a regola d’arte ad esercitare nel nostro paese. I gentili signori non solo possono causare danni alla nostra salute, ma concorrono all’evasione fiscale con perdite di milioni di euro alle casse statali. Il dato è emerso da uno studio dell’Eures, l’Istituto di Ricerche Economiche e Sociali, in collaborazione con la Commissione Albo Odontoiatri – CAO – e con il Comitato Centrale della Fnomceo. Per la prima volta sono emersi i reali numeri sull’abusivismo medico e odontoiatrico nel nostro paese. I risultati completi sono stati illustrati alla stampa venerdì 24 maggio 2013, presso la Sede della Fnomceo dal Presidente dell’Eures, Fabio Piacenti e dal presidente nazionale della CAO, Giuseppe Renzo. Tra i medici, insomma, sarebbero proprio gli odontoiatri a essere macchiati nell’esercizio della professione da coloro che, invece, non hanno i titoli per esercitare.
Chi sono i falsi dentisti
Tra le altre cause di abusivismo, il traffico di lauree false o il riconoscimento di titoli conseguiti all’estero, pur in assenza di garanzie sulla qualità formativa, accanto a un atteggiamento scarsamente collaborativo dei cittadini nel denunciare gli abusivi e soprattutto a un quadro sanzionatorio del tutto inadeguato a disincentivare i comportamenti illegali. Eppure, esercitare illegalmente costituisce reato: l’abusivo esercizio di una professione, infatti, disciplinato dall’articolo 348 del Codice Penale, è oggi punito con una multa irrisoria che va da 103 a 516 euro o con la reclusione sino a sei mesi. Gli esperti riuniti a Roma hanno auspicato di quanto l’esito di questa ricerca possa sensibilizzare i cittadini a smascherare i casi di abusivismo, anche perché le prime vittime sono i pazienti stessi. L’abusivismo, infatti, porta con sé il pericolo di danni importanti al cavo orale e a tutto l’organismo, oltre a favorire la diffusione di agenti patogeni gravi, quali il virus dell’epatite B e C e dell’Hiv. Nella pratica odontoiatrica, l’abusivo della professione si configura quando un odontotecnico o un assistente, pur non sostituendo l’odontoiatra nelle sue funzioni specifiche, entra in contatto diretto con il paziente realizzando atti tipici della professione odontoiatrica, per esempio prelevando le impronte nel cavo orale o praticando un’anestesia. Si tratta di un reato che lede l’interesse collettivo, sia in
termini economici, sia soprattutto in termini di salute pubblica e di sicurezza.
Che cosa spinge ad andare dagli abusivi
Il Nord conferma il primato negativo di area a più elevata diffusione del reato di abusivo esercizio di una professione, risultando le denunce pari a 12,6 ogni milione di abitanti, a fronte delle 10,4 del Centro e delle 10,2 del Sud. Il fenomeno, secondo la Commissione dell’Albo Odontoiatri, riguarderebbe ben 15 mila dentisti abusivi, che erogherebbero illecitamente oltre 7 milioni di prestazioni, per un giro di affari di 720 milioni di euro. Cosa spinge a rivolgersi a un dentista abusivo? Prima di tutto, la scarsa consapevolezza del ruolo esercitato da una figura professionale che si occupa dei denti. Un odontotecnico non può eseguire pratiche come la cura di una carie o il posizionamento di un apparecchio ortodontico. Anche la questione del risparmio alletta non poco: in tempi di crisi economica, un dentista che si dimostra competitivo rispetto a un altro attira chi ha bisogno di cure ma deve stare attento al portafogli. Il problema è il rovescio della medaglia: scarsa qualità delle cure prestate e rischi legati alla salute, le superinfezioni sono sempre in agguato. Che cosa fare allora? Controllare il titolo di studio del professionista: è obbligo esporre il diploma di laurea, l’abilitazione ed indossare il tesserino di riconoscimento rilasciato dall’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri , è antisofisticazione ed il professionista deve apporlo sul camice bianco dal momento in cui entra nello studio fino alla sua uscita.
Giorgia Andretti