Sembra che i ragazzini inglesi frequentanti le scuole elementari, ricevano informazioni non proprio appropriate durante le lezioni di educazione sessuale e nello specifico: sul sesso estremo, sul sesso orale e anale e sulla fluidità di genere. Il Primo Ministro ha affermato di aver chiesto al Dipartimento dell’Istruzione di garantire che le scuole insegnino, sì educazione sessuale, ma utilizzando contenuti appropriati all’età dei bambini.
Una mamma, cristiana praticante, la scorsa settimana ha presentato al Primo Ministro un dossier a proposito delle preoccupazioni dei genitori su ciò che viene insegnato ai loro figli. Nelle scuole elementari ai bambini vengono chiariti concetti come la masturbazione e agli adolescenti di 12 anni si chiedono le loro conoscenze a proposito del sesso orale e anale ed ai ragazzi di 13 anni il concetto di fluidità di genere. Nel dossier la mamma continua:” ai bambini vengono insegnati atti sessuali estremi e pericolosi, incoraggiati a condividere dettagli intimi sui desideri sessuali con compagni di classe e insegnanti e persino i bambini delle scuole elementari vengono indottrinati con ideologie radicali e prive di prove su sesso e genere. Molte delle risorse utilizzate metterebbero profondamente a disagio anche gli adulti. È importante che ai bambini vengano insegnate le nozioni di tolleranza e discriminazione e che siano tenuti a trattare tutti con dignità e rispetto, ma esporre i bambini a materiali espliciti e ideologie radicali non è una vittoria per l’uguaglianza; è una catastrofe per la salvaguardia. Non possiamo permettere che tutto questo continui.”
Le lezioni di educazione sessuale dovrebbero trasmettere conoscenza, sicurezza e benessere ai bambini e la scuola dovrebbe in primis diffondere contenuti e materiali a disposizione dei genitori. Questo tipo di educazione deve essere necessariamente trasmessa trasversalmente sia dai genitori sia dalla scuola, così da non creare confusione. I bambini devono essere sì informati, ma queste nozioni devono essere adeguate all’età. Lanciare informazioni contrastanti è come istillare il virus dell’ignoranza con risultati semplicemente rovinosi nei bambini di oggi, futuri adulti di domani.
Per disforia di genere si intende uno stato di incertezza sull’identità sessuale, ovvero nel non riconoscersi nel sesso che appare all’esterno, ovvero il sesso biologico come definito dai cromosomi XX o XY, sensazione questa che crea intenso dolore emotivo ed emarginazione sociale. Anche se ad occuparsene della disforia di genere è il DSM 5, il Manuale Diagnostico dei disturbi della Psiche, non si tratta di una malattia, ma di un dato costituzionale, si può presentare fin dalla primissima infanzia per essere completamente intellegibile con l’adolescenza. Ancora oggi non sappiamo perché la disforia di genere arrivi, né esistono terapie specifiche per modificarla. La disforia di genere è sempre esistita in ogni epoca. Quello che invece possiamo fare è individuare e supportare gli adolescenti, essendo ben coscienti che la disforia di genere può verificarsi in entrambi i sessi anche se ad essere maggiormente rappresentata è nel sesso femminile: circa il 60%. I transgender sono ragazzi semplici, cresciuti in ambienti famigliari normali e appartenenti a qualsiasi livello socioeconomico.
Dottoressa Rosalba Trabalzini,
psichiatra, psicoterapeuta CBT, laurea in psicologia clinica
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