Sono svegli, gestiscono senza problemi la tecnologia, fanno tanto sport e magari parlano anche due lingue. Tutto bene? Sì, ma … quando si riposano i nostri bambini? Quasi mai, anche perché lo stare senza far niente per loro è inconcepibile. Il lungo, prezioso tempo trascorso a guardare per aria, a ciondolare, il tempo della noia così rigenerante per la mente sempre sovraffollata è visto come una perdita da riempire sempre con qualcosa. Piuttosto che niente, con televisione e videogiochi.
Annoiarsi, invece, secondo gli esperti non è qualcosa di negativo, anzi: i bambini hanno bisogno di avere il tempo per annoiarsi, perché serve loro per immaginare, seguire i propri pensieri, assimilare le esperienze vissute o semplicemente osservare il mondo che li circonda. Trascorrere del tempo senza dedicarsi a una particolare attività, annoiandosi magari, obbliga a guardare dentro se stessi, a immaginare, a gestire la sensazione di vuoto che la noia può portare con sé. Quel sentimento negativo diventa allora qualcosa di buono, che può anche essere, semplicemente, la capacità di sognare a occhi aperti e di viaggiare con la fantasia. Avere del tempo libero, inoltre, permette di sviluppare la creatività nel gioco libero. Oggi i bambini si dedicano ad attività ludiche strutturate. È l’occasione per reinventare la valenza di luoghi e di oggetti. Uno scatolone vuoto può essere un’astronave aliena, con pentole e coperchi si improvvisa un’orchestra, i cespugli dei giardinetti si trasformano in un bosco incantato. Questo, ovviamente, non significa che i ragazzini debbano essere abbandonati a se stessi, nella totale mancanza di attività. Semplicemente, è importante trovare il giusto equilibrio tra le attività proposte e il giusto spazio che il bambino ha il diritto di organizzare in modo assolutamente autonomo.
Come scegliere bene un’attività
Nella scelta delle attività, ci si deve sforzare di lasciare la scelta ai figli e di non eccedere con i corsi. È bene sforzarsi di non scegliere al posto del bambino, iscrivendoli ad attività che non si è potuto praticare da piccoli. È giusto rispettare le preferenze del proprio figlio, anche se non coincidono con le nostre. È giusto permettere che si confrontino anche con attività come pittura, arti marziali o scacchi, anche se noi avremmo preferito qualcosa di più tradizionale. No, inoltre, ai confronti con altri genitori, i cui figli hanno impegni ogni pomeriggio della settimana, diventando vittima di una ansia da competizione che riguarda soprattutto gli adulti e che non aiuta la crescita equilibrata di un bambino. Se si hanno più figli, cercare nel limite del possibile di assecondare le preferenze di tutti, senza standardizzarli. È vero che è più pratico iscriverli allo stesso corso, ma ogni bambino ha diritto a sviluppare le proprie attitudini, anche a costo di dedicarvi meno ore durante la settimana. Infine, è bene considerare le attività extrascolastiche più un momento di socializzazione che di impegno e di prestazione.
E se il bambino è troppo stanco?
Se un bambino è felice di svolgerle tante attività diverse e quello che fa lo appaga, è possibile che sia autonomamente in grado di organizzare il proprio tempo libero in attività in grado di stimolare la fantasia e la creatività. In altri casi il bambino può essere obiettivamente stressato. Fermiamoci un attimo, se il bambino si mostra stanco e non riesce a recuperare tra un’attività e l’altra oppure se non ha abbastanza tempo libero per invitare un amico a casa o per stare un’ora ai giardinetti. Attenzione anche se il ragazzino inizia a mostrare segni di iperattività e di scarsa attenzione: secondo gli esperti questi problemi possono derivare anche dall’avere troppo da fare.
Lina Rossi