L’inquinamento delle grandi città mina seriamente la salute dei nostri bambini

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L’inquinamento delle grandi città mina seriamente la salute dei nostri bambini

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Con l’arrivo della stagione fredda ed umida mettiamo una maggiore attenzione alle passeggiate in città con i bambini piccoli. Il nemico da temere non è il freddo, la pioggia o il vento; dalle intemperie è sufficiente coprirsi bene. Il vero problema è l’inquinamento atmosferico, nei mesi invernali infatti, raggiunge livelli elevati più che negli altri periodi dell’anno. In alcune città del nord già nel mese di ottobre vengono accesi i riscaldamenti e le caldaie saturano l’aria di ossido di azoto. L’automobile partecipa quasi in modo prioritario all’inquinamento, in questi mesi invernali viene usata a profusione, soprattutto per accompagnare i bambini nelle varie attività quotidiane. L’umidità tipica si questa stagione e la mancanza di correnti d’aria favorisce il ristagno dei componenti dello smog. A farne le spese dell’inquinamento sono i polmoni, soprattutto quelli dei bambini essendo più sensibili all’azione irritante delle tossine contenute nello smog.

L’inquinamento incide sul benessere
Secondo uno studio svedese, l’inquinamento atmosferico è in grado di danneggiare le funzioni dei polmoni dei bambini almeno fino agli 8 anni d’età. A rischiare sono i bambini più piccoli con problemi di immunodepressione, coloro che sono sensibili agli allergeni comuni ed i bimbi che soffrono di crisi di asma. Il quadro, non certo confortante, è descritto da una ricerca dell’Institute of Environmental Medicine del Karolinska Institutet di Stoccolma, pubblicata sulla rivista ‘American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine’. I ricercatori hanno arruolato più di 1.900 bambini svedesi dalla nascita fino all’età di 8 anni controllandone periodicamente la spirometria, l’esame per la funzionalità respiratoria ed il dosaggio delle immunoglobuline, le cellule del sistema immunitario presenti nel sangue. L’’inquinamento atmosferico, soprattutto quello prodotto dal traffico automobilistico, è risultato essere una delle cause della diminuzione della funzionalità respiratoria e polmonare con effetti negativi a lungo termine. I soggetti più a rischio sono i bambini geneticamente predisposti ai disturbi respiratori.

Attenzione anche nelle nostre città
La Svezia, paese a cui guardiamo con una punta di invidia per essere una delle aree meno popolose, da tempo mette in atto politiche per la riduzione dell’inquinamento urbano e per il miglioramento della qualità dell’aria, favorendo la mobilità “sostenibile” con la bicicletta, per lo meno nei mesi più miti. L’inquinamento delle nostre città purtroppo è ben distante dallo standard svedese e, non solo le grandi città come Roma, Milano o Napoli ma anche le città piccole, Alessandria, tanto per fare un esempio è la quarta nella classifica nera stilata da Legambiente e la situazione va sempre peggio. Lo confermano i dati del dossier Mal’aria, lo studio annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico. Le principali responsabili dell’inquinamento sono le polveri sottili, prodotte dagli scarichi degli autoveicoli: nel 2011, il 67% dei capoluoghi di provincia monitorati non ha rispettato il limite consentito sul superamento della soglia di PM10, generando un aumento del 12% rispetto all’anno precedente. Le città più inquinate sono risultate: Torino, Milano e Verona. Non sono le auto, però, le sole responsabili: anche i riscaldamenti domestici hanno la loro parte di colpa. A Bolzano, Trento e Cagliari, per esempio, la quantità di ossido d’azoto nell’aria supera il livello delle polveri sottili. Senza contare le 9mila tonnellate di polveri che si innalzano dall’usura degli pneumatici dovute all’attrito sul manto stradale durante le brusche frenate.

Occorrono interventi più efficaci
Secondo Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente, la risposta all’inquinamento è fornita troppo spesso da interventi occasionali di emergenza, come blocchi del traffico o targhe alterne, utili solo a patto di essere programmati e ripetuti nel tempo. Servirebbero azioni più ampie, come per esempio, l’istituzione dell’Area C a Milano: più che a ridurre la quantità generale di polveri sottili, contribuirà a creare una nuova cultura dello spostamento, che dovrebbe avvenire con mezzi a basso impatto, come la bicicletta o i mezzi pubblici, responsabilizzando i cittadini sull’importanza di tutelare l’ambiente. E i polmoni dei più piccoli sono proprio alla portata dei tubi di scappamento da dove fuoriesce il veleno. Nel frattempo, le raccomandazioni che possiamo suggerire alle mamme sono quelle che da tempo forniamo: mai a spasso nelle vie più trafficate, evitando di far passare i più piccoli proprio dietro le auto con il motore acceso. Sì a un’alimentazione sana, ricca di frutta fresca, verdura ed agrumi e appena possibile recarsi in luoghi come mare o montagna, dove respirare aria pulita. Senza però dimenticare che la vita di molti è in città: e il problema inquinamento non va ignorato, ma affrontato, anche con i nostri figli, per far nascere in loro, il nostro futuro, il desiderio di creare un ambiente migliore.

Sahalima Giovannini

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