vitamina d
È essenziale per la crescita delle ossa e per il loro mantenimento in salute, ma svolge tante altre funzioni importanti per l’organismo. Stiamo parlando della vitamina D, una sostanza preziosa ma che, nel nostro paese, non viene assunta in quantità adeguate. Ben l’80% della popolazione è carente di Vitamina D. È quanto emerso a conclusione del XIV Congresso della Società italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro – Siommms. Gli studi confermano che gran parte della popolazione italiana è affetta da Ipovitaminosi D: questo significa che non sono state attivate sistematiche politiche sanitarie volte a contrastare questa carenza. Assumere più vitamina D fin dall’infanzia significa rischiare meno fratture osteoporotiche in età adulta. Una recente review americana ha documentato come la Vitamina D – e in particolare uno suo metabolita, il colecalciferolo – ha un impatto positivo addirittura in termini di mortalità.
L’importanza della Vitamina D
La vitamina D è una sostanza la cui funzione è regolare il metabolismo del calcio e del fosforo. In particolare, svolge un ruolo fondamentale per favorire l’assorbimento del calcio da parte dell’intestino e, quindi, per la mineralizzazione delle ossa. Nell’uomo la vitamina D si forma nella pelle, grazie all’azione dei raggi ultravioletti – UV – della luce solare. È anche possibile assumere vitamina D dall’alimentazione oppure attraverso integratori. Poiché la vitamina D si forma grazie all’azione della luce solare, il sistema più semplice per garantirsela è cercare di stare all’aria aperta nelle ore di luce. L’Italia è un paese che, grazie alla sua latitudine, garantisce una certa quantità di luce durante tutto l’anno. Per avere sempre la dose di vitamina D necessaria, sarebbe sufficiente stare fuori casa un’ora al giorno quasi tutti i giorni con almeno il viso e le mani scoperte. Grazie a questa esposizione, è possibile rifornirsi della maggior parte del fabbisogno di vitamina D – dall’80 al 100%. Nei bambini e negli adulti la produzione di vitamina D in autunno, primavera ed estate è maggiore del fabbisogno, ma la quantità eccedente viene immagazzinata nel tessuto adiposo e qui è tenuta come scorta per i mesi invernali, quando le occasioni per stare alla luce diminuiscono. L’invecchiamento riduce la produzione di vitamina D nell’epidermide: una persona di 70 anni produce circa il 30% di vitamina in meno rispetto a un adulto più giovane.
Cosa succede se manca
La prima conseguenza della carenza di vitamina D è la debolezza delle ossa. Una volta i bambini che avevano carenza di questa vitamina erano soggetti al rachitismo e gli adulti all’osteomalacia, malattie in cui le ossa delle gambe, non sufficientemente mineralizzate, si incurvavano sotto il peso del corpo. Tali problemi erano diffusi soprattutto nei paesi nordici, dove la luce solare è scarsa o nulla per un lungo periodo dell’anno. La somministrazione del famoso olio di fegato di merluzzo – ricchissimo in vitamina D – prima e degli integratori poi ha portato alla scomparsa del problema. La vitamina D si trova, in una certa quantità, anche negli alimenti: ne sono ricchi soprattutto i pesci grassi come aringhe, sgombri, tonno, salmone, sardine, latterini, alici. Quantità più ridotte si trovano nel tuorlo d’uovo e nel fegato. Molti prodotti per l’infanzia, come pastine e biscotti, sono arricchiti di vitamina D, oltre che di altre sostanze come ferro e calcio. La sostanza può anche essere assunta attraverso integrazioni, evitando il fai da te, sia il prodotto sia le quantità vanno suggerite dal medico o, nel caso dei bambini, dal pediatra.
Giorgia Andretti