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I nuovi giochi di una volta

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Cacciabiglie, lippa e schioppetto: un manuale per far scoprire ai nostri figli come si divertivano i nonni

Quando non c’erano ancora i computer, la play station, i game boy e i cartoni animati in tv, con cosa si intrattenevano i bambini? Si andava “gi, a giocare”. In giardino o nello spazio condominiale dove ci si ritrovava tutti insieme per tirare due calci al pallone, per far girare la corda, per saltare tra i quadrati disegnati col gessetto rubato dalla scatola da cucito della mamma.
Erano i giochi di una volta, la campana, nascodino, rubabandiera, i quattro cantoni, un due tre…stella!, raccolti, insieme a tanti altri, nel manuale dei giochi in via di estinzione scritto da Giorgio Reali e Niccol￲ Barbiero: Il giardino dei giochi dimenticati (Salani, € 10,00).

Giorgio Reali │ un Peter Pan del terzo millennio, un “ludonauta” convinto. Studioso di giochi adatti all’handicap con particolare attenzione per i non vedenti, ha una valigia piena di tappi di bottiglia, elastici, biglie, sassi, monete, per giocare a tollini, cacciabiglie, lippa, catapulta, schioppetto e saltafosso. Niccol￲ Barbiero invece │ un inventore di giochi, li progetta e li costruisce con materiali recuperati in casa fra i cassetti e la dispensa. Ha collaborato per anni con la trasmissione televisiva “L’albero azzurro”. L’obiettivo degli autori de Il giardino dei giochi dimenticati │ di restituire a genitori smemorati e ai bambini curiosi i giochi che i padri e i nonni facevano quando erano piccoli, per strada, in giardino o in campagna. Quando ancora esistevano spazi agibili e i cortili non si erano trasformati in parco auto. Ma non solo. Con semplici e divertenti illustrazioni Reali e Barbiero insegnano anche a ricostruire i giochi dimenticati, proponendo persino suggerimenti per le penitenze.

La fantasia, materia prima e risorsa infinita di ogni bambino, costi bassissimi o quasi nulli e l’aiuto dei genitori sono ingredienti sufficienti per giocare e soddisfare una delle esigenze primarie dell’uomo: il divertimento. Sono innumerevoli i giochi descritti, ci sono quelli per tipi veloci e particolarmente astuti, quelli di squadra, ma anche quelli che fanno (o facevano) i bambini di altri paesi come il waasa islandese, il rekken del Lussemburgo e il kavello greco… tanto per incuriosirvi.
Nelle ultime pagine vengono elencati gli indirizzi di alcuni musei del giocattolo in Italia e in Europa. L’estate e le vacanze sono vicine e se partite con i vostri figli per una citt¢ di quelle che ospitano uno dei musei di cui ci parla il libro, potrebbe essere una buona occasione per una visita certamente originale.

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Marina Zenobio

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