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ostetrica donna incinta mamma parto

ostetrica donna incinta mamma parto

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La pericolosa manovra di Kristeller sembra destinata ad avviarsi definitivamente verso il dimenticatoio dell’ostetricia. Questa pressione sul fondo dell’utero, praticata non senza rischi per favorire il parto, è destinata ad essere sostituita dal “baby guard”, un dispositivo, a quanto pare privo di rischi, per aiutare il corpo materno durante il periodo espulsivo. Baby guard è stato appena presentato nel corso del terzo congresso della Federazione Italiana di Ostetricia e Ginecologia, svoltosi a Montecatini Terme.

Come funziona il nuovo dispositivo
Si tratta di un dispositivo medico multifunzionale: è costituito da una fascia gonfiabile ergonomica, che va posizionata attorno all’addome della donna. La fascia è un misuratore di pressione controllata e va applicato all’addome della madre per rilevare e accompagnare le contrazioni uterine. In questo modo sarà possibile avere una situazione più chiara del periodo espulsivo. Le ostetriche e, all’occorrenza, il ginecologo, conosceranno con più chiarezza a che punto è l’ultima fase del parto, la situazione di salute di mamma e bambino e sapranno se è il caso di intervenire. Baby Guard è stato approvato dal Comitato Etico per i dispositivi medici dell’Azienda Ospedaliera Careggi di Firenze. Durante la fase di sperimentazione clinica nel 2011, sono state coinvolte 80 donne: di esse, 40 hanno messo al mondo il bambino con il dispositivo, le altre 40 hanno partorito con il metodo tradizionale, in cui, se necessario veniva praticata la manovra di Kristeller. Nel primo gruppo, è stato decisamente minore il ricorso al taglio cesareo, ci sono state meno lacerazioni, meno complicanze di mamma e bambino e anche il periodo espulsivo è stato più breve.

I vantaggi se introdotto nel parto
Il dispositivo permette insomma di capire con molta più chiarezza a che punto sono le varie fasi del parto. Tutto questo potrà essere un passo in più verso l’addio definitivo alla famigerata manovra di Kristeller  chiamata anche “manovra invisibile” perché mai indicata nelle cartelle cliniche, in quanto pericoloso. La manovra consiste nella pressione, con le mani o addirittura con le braccia, esercitata sull’addome della donna che sta per partorire, sul fondo dell’utero, per aiutare il bambino a uscire. Pratica decisamente barbara, recentemente condannata da una associazione onlus di ginecologi perché causa di lesioni al bambino, come asfissia, frattura della clavicola, lesioni neurologiche permanenti, menomazioni cerebrali, perfino paralisi o addirittura morte perinatale. Nemmeno la mamma era al sicuro dalla manovra: a causa della compressione, poteva andare incontro a emorragie con distacco di placenta, lesioni agli organi interni, lacerazioni dello sfintere anale, frattura delle costole. Ci si augura che questo dispositivo sia in grado di ridurre ancora di più la pratica di una manovra che è vietata in Spagna e in Inghilterra, ma ancora praticata nel nostro paese.

Giorgia Andretti

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