Cosa fare quando ci rendiamo conto che i nostri ragazzi sono fumatori

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Cosa fare quando ci rendiamo conto che i nostri ragazzi sono fumatori

bambino fumatore

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La conoscenza con le bionde inizia troppo presto. Gli adolescenti, infatti, sperimentano la prima sigaretta sempre prima: a dodici – tredici anni e non mancano le eccezioni, alcuni le assaggiano anche a undici anni. Di certo non è il piacere la prima emozione, a prevalere è, infatti, il senso di soffocamento e nausea. A fare la differenza è il desiderio di emulare i più grandi. Il fascino oscuro delle nuvole di fumo, inoltre, esercita sui ragazzini la magia avvolgente del seduttore navigato, così come vecchi e nuovi film hanno insegnato e continuano a farlo anche oggi.

Emulare i grandi
I nostri figli vogliono mostrare prima che a noi genitori, al mondo intero di non essere più bambini ma dei piccoli uomini. Vogliono far sapere ai loro compagni di avere idee proprie ed una personalità decisa, pronti per essere dei veri leader. E, per fare vedere la loro determinazione scelgono il modo più semplice e veloce: accendere una sigaretta. Se a questo aggiungiamo che per i ragazzini, fare quello che non piace ai genitori significa essere grandi, il gioco è bello che fatto! E, ancora di più, fare una certa cosa senza obbedire, ossia, disubbidendo agli adulti, significa fare come loro, quindi essere grandi e la sigaretta è il mezzo per suscitare attenzione, sfidare, ricevere il rimprovero per il solo piacere di volere dire “no”. A questo va aggiunto il fascio noir che, purtroppo, la sigaretta esercita ancora oggi.

Mai cercare di farli ragionare
Il problema, a questo punto, è come riuscire a farli desistere da questo modo errato di contestare e dimostrare. Gli argomenti che useremmo per gli adulti è ovvio che si rivelano del tutto inefficaci per gli adolescenti. Possiamo dire a nostro figlio che fumare provoca il cancro del polmone e predispone a tante altre malattie, ma questo argomento che li sfiora, loro sono convinti di essere invincibili. La malattia e la morte, per loro che si sentono immortali, sono realtà lontane anni luce. Non sono utili neanche le riflessioni legate all’aspetto fisico: denti che diventano gialli, alito cattivo, capelli spenti e odorosi di fumo … argomenti che potremo tirare fuori con le nostre figlie quando saranno davvero grandi ma non adesso. Inutile anche cercare solidarietà tra i loro amici. La maggior parte dei loro coetanei o, per lo meno, quelli con i quali i nostri figli e figlie hanno più confidenza e considerano modelli positivi, con ogni probabilità fumano anche loro. Inutile anche cercare di “dare il buon esempio” non fumando, i ragazzi faranno esattamente il contrario o addirittura riprendendo a fumare, ancora peggio: inizierebbero a considerare il fumo il sistema davvero più semplice per dimostrarsi adulti.

Lasciare libertà. Ma solo per il momento
Anche la repressione è inutile. Proibire le uscite del sabato pomeriggio se fumano, togliere la paghetta mensile, negare l’acquisto della T-shirt desiderata è solo un incentivo a continuare a fumare e magari prendere davvero il vizio. E’ più facile che nostro figlio pensi che vogliamo negargli la libertà alla quale ha diritto, cioè: la capacità di scegliere. Così iniziano a fumare di nascosto e, per noi genitori, diventa realmente difficile capire quanto e con chi fumano. Che cosa fare, allora? Sforziamoci di ignorarli. Concediamola, questa libertà di scelta. Di più: sfidiamoli, senza che se ne rendano conto, mostrandoci stranamente disponibili. Fumano davanti a noi? Facciamo finta di nulla. Magari apriamo la finestra, dicendo: “Scusa, ma l’odore del fumo mi impregna il divano, devo aprire”, ma senza rimprovero e senza mostrare astio. Mostriamoci indifferenti e loro perderanno l’interesse la sigaretta, non è più necessaria per sfidare la nostra autorità. A meno che, la sigaretta non sia il segno di qualcosa che non va, il sintomo di un malessere che può celare anche problemi più seri, come l’alcol per esempio, o la droga. Anche in questo caso, però, proibire e sgridare può essere controproducente perché li spingerebbe a farlo di nascosto. E non dimentichiamo che il segno di un malessere non viene mai da solo o accompagnato da qualche sigaretta. I problemi veri si celano dietro il cambiamento di umore, il calo del rendimento, la mancanza di concentrazione. In questo caso è forse opportuno rivolgersi a uno specialista.
Piuttosto, vietiamo le immagini da imitare
Una recentissima legge in Gran Bretagna vieta l’esposizione negli scaffali dei pacchetti di sigarette. Lo spirito della legge è scoraggiare soprattutto i giovanissimi ad avvicinarsi al fumo. Infatti anche i britannici si avvicinano molto presto al vizio, basti pensare che il 5% dei ragazzi tra gli 11 e 15 anni fumano regolarmente ed il 39% ha ammesso di aver iniziato il vizio già prima dei 16 anni. Ciò che dovremmo fare come genitori, è chiedere alla Associazione Guida per Genitori di attivarsi per dare battaglia, attraverso una campagna ben struttura affinché vengano vietate immagini di donne e uomini con la sigaretta tra le dita, nei film e sceneggiati trasmessi sia sul grande schermo che nella televisione.

Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Psichiatra, psicoterapeuta, laureata in psicologia medica

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