Molti bambini hanno paura dell’acqua: perché e cosa fare per superarla

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Molti bambini hanno paura dell’acqua: perché e cosa fare per superarla

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Sono moltissimi i bambini che hanno paura dell’acqua: e sicuramente molti dei genitori che stanno leggendo si ricorderanno di quando, da piccoli, non erano entusiasti di entrare in acqua al mare o in piscina e nemmeno di sentire l’acqua scorrere sul viso durante lo shampoo o la doccia. Succede perché l’acqua è, per molti bambini, un ambiente poco rassicurante, nella quale la capacità di camminare e il movimento non contano più. Le azzurre profondità di mare e piscina poi, che noi adulti troviamo irresistibili, per loro non solo è paura di non riuscire a respirare ma la fantasia vola immaginando mostri pericolosi nascosti tra i guizzi dell’acqua. Tutto questo è strano, perché ciascuno di noi, nei nove mesi della gestazione, è stato totalmente immerso nel liquido amniotico, ovvero… nell’acqua ed è con la nascita che si siamo adattati all’aria.

L’acqua, non facciamogli perdere la naturale confidenza
È difficile che nei primi mesi di vita si riesca a mantenere il rapporto speciale con l’acqua a meno che tutte le sere non si faccia il bagnetto in modalità rassicurante. Infatti, il più delle volte siamo noi genitori ad infondere la paura, proprio per paura che immergendo il piccolo completamente nell’acqua possa sfuggirci di testolina ed andare sott’acqua con risvolti pericolosi. Nulla di tutto questo dovrebbe spaventarci: i neonati se posizionati con la testolina in acqua chiudono immediatamente la bocca e bloccano la respirazione e nulla di irreparabile può accadere! Il momento del bagnetto serale deve essere rassicurante: ambiente caldo, calmo e soprattutto sereno, in questo modo l’acqua può essere lasciata scorrere delicatamente sul volto del piccolo durante le operazioni di pulizia, insomma favorendo una naturale continuità nella confidenza con l’elemento liquido. Si dovrebbe, poi, iscrivere i bimbi già dopo il quinto mese nei corsi di acquaticità nelle piscine specializzate i bambini a sei mesi hanno il riflesso del nuoto naturale e se, senza nessun supporto, chiudono la bocca e si lasciano galleggiare. Di fatto, questo succede raramente. Spesso di teme che l’acqua delle piscine sia troppo fredda, oppure non abbastanza pulita per un bimbo piccolissimo, o ancora che prenda qualche malattia. Anche durante il bagnetto a casa spesso il visino viene pulito in fretta, badando che l’acqua non entri negli occhi o nel naso, nella convinzione che causi fastidio al piccolo. Il bambino, invece, nei primi mesi non si accorge nemmeno di tutte queste precauzioni e quando, più grandicello, inizia ad avere una maggiore consapevolezza, l’acqua è ormai un elemento con il quale non ha più confidenza e che rappresenta una possibile fonte di pericoli. Ecco perché non vuole entrare nel mare o in piscina e ha perfino paura dell’acqua sul viso quando gli vengono lavati il faccino o i capelli.

Cosa fare se il bambino ha paura dell’acqua?
Mai obbligarli ad avere il contatto con l’acqua se ne hanno paura. Va detto che questo irrazionale timore è destinato a scomparire spontaneamente, con il passare del tempo ma, nell’immediato cosa fare, se a quattro o cinque anni, non vogliono saperne di entrare in mare e con i quali anche il lavaggio dei capelli diventa un piccolo dramma casalingo? Può essere utile aiutarli a superare la paura proponendo di lavarsi da soli il viso, anche con poche gocce d’acqua: il bambino si sentirà grande e responsabilizzato, ma soprattutto capirà che l’acqua è un elemento che può gestire autonomamente e di cui non ha senso avere paura. E’ ovvio che il piccolo non riuscirà a ben pulire le mani o il viso a quel punto dopo essersi asciugato può essere utile passargli delle salviettine umide sulle mani con la scusa di profumarlo visto che non ha usato abbastanza acqua. Evitiamo la doccia, piuttosto lasciate un recipiente con dell’acqua calda in terra, chiedendo al bambino di immergere i suoi piedini se lo desidera per poi passare le salviettine umide anche su piedi e corpo ma va sempre preparato il recipiente dell’acqua anche se non lo userà. Sarà il piccolo che dovrà trovare il coraggio di immergere i piedi o le mani. La prima volta che vedrete vostro figlio a questo primo traguardo, deve essere premiato e lodato per il suo coraggio, il premio dovrà essere commisurato a quanto si bagnerà: gratificazioni e coccole a volontà con l’obiettivo di fare una bella festa quando sarà in grado di bagnarsi completamente. Per lavare i capelli si può permettere al bambino di tenere su viso e occhi un piccolo asciugamano morbido e lavare la testa con il capo reclinato all’indietro, proprio come dal parrucchiere. Inoltre, quando si compie questa operazione il piccolo va confortato e non sgridato. Per quanto riguarda, infine, il bagno in mare o in piscina, vanno evitate le umiliazioni e i confronti su quanto siano bravi gli altri bambini. Servirebbe solo a renderlo più insicuro. Il corso di nuoto può essere posticipato di qualche mese oppure si può scegliere una piscinetta più bassa e a misura di bambino. Per quanto riguarda il mare, è bene lasciare che sia il bambino ad avvicinarvisi a poco a poco, prendendo confidenza per imitare gli altri e costruendo un rapporto tutto personale con le onde.

Sahalima Giovannini

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